Turismo, il centro storico cambia
Boom di case vacanza: sono già 229

Nei primi due mesi dell’anno hanno aperto 13 strutture con una crescita continua negli ultimi anni

Boom di case vacanza a Como, sempre più appartamenti si attrezzano per accogliere i turisti. La città sta rispondendo in fretta alla sua nuova vocazione turistica, secondo il censimento appena effettuato da Palazzo Cernezzi, fornito dall’assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino, a Como ci sono ben 198 case vacanza, a cui bisogna aggiungere anche un ostello, due foresterie, 11 bed & breakfast e altre 4 strutture ricettive.

Nei primi due mesi del 2017 hanno già aperto altri 13 alloggi. Sono 229 soluzioni per turisti. È impressionante guardare la successione giornaliera delle dichiarazioni d’inizio attività agli sportelli comunali, non c’è quasi giorno nel 2016 senza che qualcuno non abbia fatto aumentare a ritmo di 4, 5, 6 alla volta i posti letto a disposizione dei turisti.

Il motore che ha fatto esplodere questa nuova offerta ricettiva è sempre quello dei grandi portali internet, quindi soprattutto Booking.com e Airbnb, per un territorio, il nostro, che è ammirato in tutto (il lago nel suo complesso nei primi sei mesi del 2016 ha registrato oltre un milione di presenze). Finora nessuno aveva mai redatto un “registro” delle case vacanza, nel 2013 le strutture non alberghiere di questo tipo note al Comune erano soltanto 15. Nel 2016 in ottobre a Palazzo Cernezzi risultavano 154 alloggi, con un incremento rispetto al passato pari al 40%.

Una curva che sale velocemente, un’offerta flessibile che cerca di soddisfare rapidamente la nuova domanda turistica, in parallelo al settore alberghiero, agli hotel, che nella provincia comasca secondo la Camera di Commercio sono circa 220. Attenzione però, questa è la fotografia attuale della situazione, non è però detto che alcune di queste case vacanza non esistessero già in passato e che altrettante continuino a nascondersi. Le ultime normative regionali hanno spinto ad una maggiore regolamentazione: gli abusivi rischiano sanzioni di 4mila euro.

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