Cronaca / Como città
Lunedì 25 Luglio 2022
Tutti nel lago, cartelli e controlli ignorati dai turisti
Sicurezza Indicazioni di divieto in cinque lingue e volontari di protezione civile muniti di fischietto - Decine di persone in acqua in zona Tempio Voltiano
In grassetto e maiuscolo è indicato il divieto di balneazione, tradotto nelle righe sottostanti in cinque lingue differenti. Quattro immagini indicano chiaramente come non sia consentito nuotare o tuffarsi.
Allo stesso tempo, si dice alle persone dell’esistenza del pericolo di affogamento e di prestare attenzione. Insomma, i nuovi cartelli preparati dal Comune contengono messaggi chiari e semplici e si vanno ad aggiungere a quelli già presenti in vari punti della città. Ma, sia nei confronti dei primi e sia verso i secondi, la reazione delle persone è sempre la stessa: se ne fregano.
Il pericolo nel lago è sempre in agguato
Ne è una prova quanto accaduto nel weekend passato: sulla spiaggetta artificiale retrostante il tempio Voltiano e nella lingua di terra in corrispondenza del Cosia, la protezione civile ha collocato i nuovi avvisi, appiccicandoli su dei pezzi di legno infilati nella sabbia.
Nonostante questo ulteriore avvertimento, i bagnanti, in grandissima parte stranieri o visitatori, hanno deciso di fare il bagno. Difficile resistere alla calura di questo periodo, d’accordo, ma come sa bene chi è del posto il pericolo è in agguato.
Con grande impegno e utilizzando il fischietto, i volontari della protezione civile hanno avvertito le persone dei rischi e del divieto, richiamandoli fuori dall’acqua. Ma, nonostante questo, i bagnanti hanno continuato imperterriti a immergersi nel lago. Erano decine: in particolare, si trattava di visitatori, quasi tutti stranieri.
L’età era mista: si trovavano sia i giovani sia le famiglie con i bambini. In parecchi, invece, hanno preferito accomodarsi proprio nella lingua di terra formatasi a causa del basso livello del lago. Anche in questo caso, le persone hanno posizionato il proprio “salviettone”, come se fosse una spiaggia. Alcuni, i più incuranti, sguazzavano nelle pozze di acqua melmosa creatasi in corrispondenza dell’immissione del torrente cittadino.
C’è chi si porta la sdraio da casa
Del resto, la porzione di sabbia collocata alle spalle del monumento dedicato allo scienziato Alessandro Volta è diventata ancora più abbondante a causa della siccità delle ultime settimane. Ma, se la zona dei giardini a lago è di solito quella più battuta, sabato si contavano parecchi bagni proibiti anche nell’ultimo tratto di viale Geno, di fronte a dove viene parcheggiato il battello spazzino. Le persone, anche in questo caso per la maggior parte turisti e stranieri, ne hanno approfittato per fare il bagno. Un paio di ragazze hanno cercato refrigerio usando come trampolino il pontile, quello purtroppo noto alle cronache per l’annegamento, anni fa, del ragazzo quattordicenne di Seveso. Nel prato vicino, alcune signore si sono portate la sdraio e si sono accomodate all’ombra. Altre ragazze, invece, si sono messe in costume, cercando di sfruttare la bella giornata per abbronzarsi.
Una coppia, invece, ha pensato bene d’immergersi a metà della passeggiata Sergio Ramelli, nel luogo in cui lo scorso anno morì il giovane Mahmoud Mehdi. Nel weekend si sono contati parecchi bagni proibiti anche di fronte a villa Olmo, proprio nella spiaggetta ricoperta di arbusti e pezzi di legno di fianco al lido. Anche qui, nonostante un cartello ben visibile e quelli nuovi collocati sabato, alcune persone nuotavano incuranti dei divieti.
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