Un acquedotto
da 273 chilometri
Ecco dove si rischia

In città murata le tubazioni più vecchie. L’incidente di viale Cattaneo potrebbe ripetersi

Tubature di recente sostituzione accanto ad altre con più di 50 anni di età. Sono a macchia di leopardo i 273 chilometri di reti dell’acquedotto di Como, al servizio di 84mila utenti, una fetta dei quali rimasti a secco per quasi due giorni.

Lo stato di salute non è molto diverso da quello che caratterizza altre aree d’Italia.

Una delle zone più delicate, a due passi da viale Battisti dove si è verificato il problema che ha dato il là agli enormi disagi vissuti dai cittadini, è il centro storico: all’interno del perimetro delle mura, con la pavimentazione particolare e le tubazioni più antiche, in caso di guasto sarebbe complicato porre rimedio. “Acsm Agam reti gas acqua”, la società che distribuisce l’acqua ai Comuni di Como, Brunate e Cernobbio, sta studiando la zona e nel 2019 ha previsto alcuni interventi. Negli ultimi quattro anni, sono stati sostituiti più di dieci chilometri di rete in varie zone del capoluogo per cambiare strutture obsolete o soggette a perdite, cambiando vecchie tubazioni in ghisa o acciaio con nuove in polietilene.

Per quanto riguarda le perdite, siamo al 20.9%, vale a dire due litri ogni dieci. I dati, elaborati da “Infodata” posizionano Como nella parte virtuosa della classifica, meglio della media italiana (la peggiore è Frosinone con 71.90%). Discorso diverso se si circoscrive il campo alla sola Lombardia: la nostra città si piazza quindi quinta, con la consolazione che peggio stanno i “cugini” di Lecco e Varese.

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