Cronaca / Como città
Lunedì 11 Settembre 2023
Un libro su Como, meta di migrazioni e sogni. La dedica a don Malgesini: «Il suo martirio è ispirazione di integrazione»
Il romanzo Scritto da un ex studente del collegio Gallio, il libro ripercorre la storia di due giovani migranti fuggiti dalla Turchia col sogno di aprire un’attività a Milano, approdati poi a Como. Tra le pagine la morte di don Roberto e altri fatti di cronaca della città
È ambientato a Como e racconta una storia che, per quanto unica, è capace di fotografare un fenomeno cui la città fa da background ormai da anni e di cui don Roberto Malgesini, più di chiunque altro, era consapevole. È la storia di un sogno, il sogno dell’Italia, quella raccontata nel libro di Claudio Filiberto Benedetti, ex studente del collegio Gallio e ora autore e sceneggiatore residente a Roma. Il libro, che è dedicato proprio al prete assassinato il 15 settembre 2020 mentre svolgeva la sua quotidiana opera di carità tra i senza tetto della città, racconta la storia di due giovani, Azim e Tülay.
La trama del romanzo
Di Azim e di Tülay narra la fuga dalla Turchia, con il sogno nel cassetto di aprire un’attività a Milano, la metropoli che sembra poter realizzare i desideri di chiunque. Salvo poi trovarsi a ripiegare su una città di dimensioni assai più modeste, ma che altrettanto sembra capace di alimentare i sogni: Como. «Como e i suoi abitanti si riveleranno una sfida ancora più ostica per la giovane coppia. Vecchi e nuovi amici saranno le loro coordinate per ambientarsi, tra il desiderio di guardare avanti e la nostalgia del passato. “Una vita al kebab” è un romanzo di integrazione: un pezzo d’Italia raccontato dagli occhi di un kebabbaro, tra omicidi e muri sul lago, vittorie calcistiche e riunioni condominiali. Il tutto raccontato in un diario che forse alla fine servirà a far luce sull’assassinio di un amico» spiega l’autore.
La morte di don Roberto: «un martirio»
E quell’amico è proprio lui, don Roberto Malgesini. Tra pochi giorni ricorrerà l’anniversario della sua morte, che Benedetti definisce “martirio”: «Il suo martirio è ispirazione di integrazione positiva e negativa, perché molto dipende sempre più dalle persone che incontri, che dal tuo background. Sono le persone che fanno la differenza».Oltre al delitto di don Roberto, nel libro ci sono diversi passaggi della cronaca di Como degli ultimi anni, come l’ondata di immigrati che occupò a lungo la stazione di San Giovanni, con tanti cittadini impegnati in una gara di solidarietà.
A don Roberto Malgesini La Provincia ha dedicato un podcast
«In Italia e in Europa non esiste alcuna diocesi che ha avuto così tante vittime del martirio come quella di Como» aveva detto ai microfoni de La Provincia Nello Scavo, all’interno dell’ultima puntata del podcast dedicato a raccontare la vita di don Roberto Malgesini. Tramite la voce del giornalista, inviato speciale di Avvenire, e le tante voci di chi da don Malgesini è stato aiutato, di chi è stato al suo fianco nel sostegno ai più fragili e dimenticati della città, ma anche tramite la voce dell’uomo che gli ha tolto la vita, nel podcast si ripercorre la sua storia. Un viaggio tra fede, altruismo, odio, perdono, generosità. La storia di un uomo, della sua vita e del suo «martirio», ma anche la storia di una città, situata in quella che è stata definita la «diocesi dei martiri».
La presentazione al Gallio il 16 settembre
Il romanzo sarà presentato dall’autore proprio al collegio Gallio il prossimo 16 settembre, un giorno dopo l’anniversario, il terzo, della scomparsa di don Roberto Malgesini. «Devo tanto a questa scuola - spiega Benedetti - Ho amato il Gallio e le persone che lo fanno vivere, penso al padre rettore Giovanni Benaglia, a Isidoro Taccagni o alla professoressa Cappelletti, che mi ha fatto fare le prime esperienze con il teatro. Al Gallio ho scritto i testi per le prime rappresentazioni teatrali. Pensavo di fare l’attore, invece, spinto dai miei, mi sono iscritto a Giurisprudenza, ma dopo la laurea in Cattolica l’amore per la scrittura ha prevalso».
Benedetti infatti ha frequentato il Master in Screenwriting & Production,ha avuto esperienze professionali nei reparti Fiction di Rai e Mediaset e alla Disney, fino a Lux Vide, tra le società leader in Europa nella produzione televisiva (tra le serie prodotte Don Matteo, I Medici e L’Isola di Pietro), per cui oggi lavora a Roma. «Almeno due volte al mese torno a Como però e sul treno recensisco film e serie per i siti Scegliereunfilm e Orientaserie».
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