Cronaca / Como città
Mercoledì 15 Giugno 2016
Undici anni di paratie
Scorre la verità di Ferro
Quasi dodici ore di interrogatorio, sospeso su richiesta della difesa. «Ma non è finita» dicono gli inquirenti
Undici anni di segreti in quasi altrettante ore di interrogatorio: dal 2005 al 2016, Antonio Ferro ha ricoperto il ruolo di “rup”, l’acrostico di “responsabile unico del procedimento”.
«Non è mica finita», si fanno sfuggire al quinto piano del palazzo di giustizia all’indomani dell’interrogatorio di uno tra i principali indagati del thriller lungolago.
Il faccia a faccia è stato sospeso su richiesta della difesa ma il verbale rimane aperto. Fosse stato per il pubblico ministero Pasquale Addesso, l’interrogatorio avrebbe potuto probabilmente proseguire a oltranza, un viaggio ben oltre il termine della notte e del tempo.
Anno 2005, sindaco Stefano Bruni, Fulvio Caradonna ai Lavori pubblici. L’arrivo da Milano (Ferro lavorava al Pirellone), la presa di contatto con questa trovata delle “opere idrauliche” un po’ stantia già allora (figurarsi: erano trascorsi due anni dalla presentazione del progetto alla città, ed una prima gara d’appalto aveva già fatto in tempo ad andare deserta), le autorizzazioni paesistiche e poi Sacaim con i veneziani del Mose, l’avvio del cantiere, le previsioni funeste: «Ce la facciamo in 1085 giorni».
Poi vennero il “Bruni bis”, il muro, il fallimento, le elezioni del 2012, e infine Mario Lucini con la terza variante e il fermo cantiere, l’«inerzia inspiegabile», per usare una definizione della Procura, che dal febbraio del 2015 ha impedito all’amministrazione di compiere anche solo mezzo atto, se si eccettuano gli scambi di comunicazioni con quelli dell’Autorità anticorruzione. Ora tutti a chiedersi se Ferro abbia tirato in ballo altri, se ad altri - e a chi - abbia attribuito responsabilità ulteriori.
In Procura si limitano a ribadire che l’interrogatorio è stato sospeso dopo il tramonto su esplicita richiesta dell’avvocato Giuseppe Sassi, e che il filo del discorso sarà ripreso «al più presto».
La settimana prossima l’ufficio del pm si aprirà per accogliere - probabilmente martedì - l’imprenditore Giovanni Foti mentre per quanto attiene a Roberto Ferrario, che condivide l’accusa di corruzione con l’ingegnere Pietro Gilardoni (entrambi, peraltro, rinchiusi al Bassone), si sa che ha presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame.
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