Cronaca / Lago e valli
Sabato 14 Novembre 2020
Usura, gli arrestati
restano in carcere
Il giudice respinge l’istanza dei difensori di due dei tre imputati finiti in manette lunedì scorso
Como
Fatti di «eccezionale gravità» per i quali non sono emersi elementi nuovi e che, ci conseguenza, meritano la misura cautelare in carcere.
Due dei tre indagati arrestati lunedì scorso dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta di usura hanno cercato, attraverso i propri avvocati, di chiedere gli arresti domiciliari. Richieste respinte immediatamente dal giudice delle indagini preliminari, Carlo Cecchetti. E dopotutto neppure uno dei tre ha accettato, al momento, di rispondere alle domande del giudice, e quindi ha rinunciato - almeno per il momento - a fornire una diversa interpretazione della mole di indizi raccolti in questi mesi d’inchiesta da fiamme gialle e Procura.
Gli arresti domiciliari sono stati chiesti dai legali di Giovanni Gregorio: in particolare i difensori hanno giocato la carta dell’età avanzata del loro cliente, 82 anni.
Il giudice ha respinto la richiesta, sottolineando l’eccezionale gravità delle accuse mosse a carico dell’uomo, che giustificano di fatto la custodia in carcere anche a fronte dell’età avanzata dell’indagato.
Per quanto riguarda invece Paolo Barrasso il giudice ha sottolineato come non sia emerso alcun elemento differente rispetto a quelli a suo carico rappresentati nell’ordinanza di custodia cautelare.
Nessuna istanza è stata invece presentata da Gabro Panfili, 74 anni, proprietario di una lussuosa villa con vista sul casa Clooney a Laglio. Anche lui, mercoledì, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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