Vaccini, primi bambini rimandati a casa
perché senza il certificato

Ieri mattina alcuni genitori senza certificato hanno dovuto riportare i figli a casa dall’asilo di via Palma La preside: «Sono 25 le famiglie che non hanno portato i documenti, ma alcune sono ancora in vacanza all’estero».

Como

Vaccini, primi genitori respinti: un papà senza certificato polemizza in via Palma, ma è costretto a riportare il figlio a casa. Il nuovo obbligo in materia di vaccini per frequentare i nidi e le scuole dell’infanzia dava come termine ultimo lunedì per la consegna dei libretti vaccinali o di una autocertificazione corredata dalla prenotazione di una futura visita.

Da martedì le scuole secondo la legge avrebbero dovuto mettere alla porta gli inadempienti, ma gli istituti comaschi hanno scelto la linea morbida. Troppe famiglie, centinaia nel comasco, per ignoranza o per dimenticanza non hanno portato tutti i documenti del caso, perciò con pazienza presidi e segreterie hanno dato loro i moduli nel tentativo di regolarizzare in fretta tutti. Con il passare delle ore però questa flessibilità deve venire meno. Infatti ieri, mercoledì mattina, nella scuola dell’infanzia di via Palma un piccolo gruppo di genitori, meno di cinque riferisce l’istituto, è stato respinto. Uno solo di questi genitori, un papà, ha polemizzato con le maestre che si sono attenute alla nuova regola, dopo un po’ di dibattito però è tornato a casa. «Sì, le maestre hanno mandato a casa pochi genitori – spiega la preside delle scuole di Rebbio, Daniela De Fazio – uno soltanto ha avuto da ridire. Però è da tempo che l’obbligo è chiaro, che è stato comunicato, le materne sono aperte dal 5 settembre. Martedì, me ne assumo la responsabilità, abbiamo accolto tutti, dialogando con le famiglie non ancora in regola, una per una, dando moduli e spiegando il da farsi. Basta compilare l’autocertificazione e chiedere un appuntamento, non ci vuole molto». Non si tratta di genitori no vax, in via Palma non hanno protestato contro l’obbligo vaccinale, non hanno consegnato minacciose lettere di avvocati. «No, nessuno ha chiamato l’avvocato - dice De Fazio – anzi in generale c’è grande consenso sulla nuova legge tra le mamme e i papà. Quasi sempre gli inadempienti ignorano la legge, dimenticano i moduli. Inoltre occorre dire che la nostra utenza all’infanzia è composta in buona parte da stranieri, in via Palma una decina di famiglie non ha ancora consegnato i documenti mentre nell’infanzia di via Varesina sono una quindicina. Molti degli interessati infatti non sono ancora rientrati dalle vacanze, sono all’estero, nei paesi di provenienza. I rientri tardivi non facilitano la comunicazione».

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