Vedetta Gdf sul lago di Como
«Turisti imprudenti, vanno informati»

Sul motoscafo con la Guardia di finanza. Bimbi senza salvagente e barche troppo vicine a riva

La riva sarà lontana una cinquantina di metri, forse più. In quel punto il lago è profondo duecento metri. Sopra un paio di tavole da surf, trasformate in barche a remi, tre ragazzini - uno di loro è un bambino - giocano sotto lo sguardo del padre. Il luogotenente Alferio Meola - uno che sui motoscafi della finanza inseguiva a 70 nodi all’ora i contrabbandieri e i trafficanti nel canale d’Otranto - ferma i motori del motoscafo V3006 e si avvicina lentamente al gruppetto: «Bisogna avere con sé i giubbetti salvagente» spiega. I quattro non capiscono: sono turisti. L’informazione viene data in inglese, loro si scusano, e si avvicinano alla costa.

Controlli sui noleggiatori

«Con i turisti, purtroppo, capita spesso» racconta l’equipaggio della motovedetta del Reparto Operativo Aeronavale di Como che, ieri mattina, ci ha accompagnati in una missione di pattugliamento del lago per prevenire incidenti e comportamenti pericolosi. Quei comportamenti che, giusto una settimana fa, spinsero l’ex assessore Lorenzo Spallino a denunciare: «Il lago è un circo».

«Sono soprattutto i turisti, gli stranieri in particolare, a non rispettare le regole. Ma la colpa è di chi noleggia loro barche a motore o moto d’acqua e non li informa sulle norme che devono seguire. Spesso, quando riscontriamo comportamenti a rischio da parte dei turisti, poi ci rivolgiamo a chi ha noleggiato loro le imbarcazioni per imporre maggiore attenzione nelle informazioni da dare».

Chi non vive sul lago, ad esempio, rischia di non sapere che è vietatissimo l’uso del traino: «Avete presente le ciambelle trainate dai motoscafi? Sul lago di Como non si può fare, ma ogni tanto ci capita di trovare turisti che lo fanno».

Dall’inizio dell’anno a fine giugno le motovedette della finanza hanno eseguito 116 missioni sul lago di Como, il ramo fino a Bellagio in particolare. Cinquanta le imbarcazioni controllate - soprattutto nei fine settimana - e di queste 11 sono state sanzionate.

«Spesso interveniamo per avvisare e informare - spiega un ufficiale del Roan di Como - più che per sanzionare. A meno che i comportamenti che riscontriamo non siano particolarmente pericolosi. Ad esempio, chi corre troppo sotto costa viene multato sempre».

È un sabato mattina tutto sommato tranquillo, fanno notare i finanzieri, eppure in alcuni punti del lago c’è parecchio traffico. Quasi tutte barche a motore - qualche motoscafo particolarmente potente - e diversi bagnanti. Si capisce subito il rischio a procedere a motore sottocosta: «Spesso i bagnanti non si vedono neppure - spiega l’equipaggio - Non esiste un limite dove nuotare, ma tante volte ci è capitato di dover soccorrere nuotatori stremati nel tentativo di fare la traversata del lago». Complessivamente tra gennaio e giugno i finanzieri hanno soccorso 17 persone in difficoltà.

Dotazioni di sicurezza: un obbligo

Tra Cernobbio e Moltrasio un gommone procede a circa 10 nodi ma è troppo vicino alla costa: la motovedetta si piazza accanto e fa cenno di allontanarsi. Si alza una mano in cenno di scuse e l’imbarcazione va più al largo. Al largo di Torno viene fermata una barca per controlli: tutto in regola. «Dobbiamo dire che è davvero raro riscontrare irregolarità a bordo - proseguono i finanzieri - Di solito tutti hanno le dotazioni di sicurezza, rispettano i limiti di imbarco e hanno le carte in regola».

A villa Geno altro controllo: sulla barca due famiglie, sette persone in totale, con due bimbi piccoli stretti nei loro giubbotti salvagente: «Grazie per quello che fate» dicono dopo una veloce verifica delle carte di bordo («non tratteniamoli troppo, se no ai bambini viene il mal di mare» si raccomandano tra loro i finanzieri).

«Il Lario, assieme all’Iseo, è l’unico lago lombardo che non ha la Guardia costiera in estate - fa notare l’ufficiale delle fiamme gialle - Per cui noi, anche se abbiamo un compito di polizia economico e finanziaria e di controllo dei beni demaniali, ci occupiamo anche di far rispettare le regole sulla sicurezza della navigazione, assieme alla polizia di Stato e alla polizia provinciale». Respinta al mittente l’accusa di assenza di controlli: «Nel weekend c’è sempre qualche motovedetta, tra noi, la Questura e la polizia locale, in navigazione».

Passa un piccolo motoscafo con un ragazzo e una ragazza a bordo. Lui saluta i finanzieri. Chissà, magari era un modo per evitare i controlli.

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