Viadotto, non solo disagi e polemiche
Due milioni per la messa in sicurezza

Sempre più salato il conto dei lavori, senza contare consulenze, studi, monitoraggi e verifiche tecniche - Bisognerà anche adeguarsi alle nuove norme antisismiche

Como

L’opera è stata costruita 15 anni fa, eppure è già necessario spendere due milioni di euro per rimetterla in sesto. Senza contare tutti i soldi (pubblici) già sborsati finora tra consulenze, studi, verifiche, monitoraggi, interventi di messa in sicurezza più o meno urgenti.

Il viadotto dei Lavatoi costerà ancora molto ai comaschi, non solo in termini di disagi - il blocco ai mezzi pesanti scattato ormai da un anno e mezzo crea diversi problemi - ma anche sotto l’aspetto prettamente economico. Mentre scoppiava la polemica sulla mancanza di trasparenza da parte del Comune i tecnici hanno continuato a lavorare per mettere a punto il progetto con tutti gli interventi da attuare per poter riaprire il collegamento anche ai camion.

Individuati i progettisti ora si stima la consegna del progetto preliminare entro un mese, per quello esecutivo bisognerà attendere maggio, poi ci sarà il lungo iter per l’appalto e quindi l’affidamento dei lavori. Nella migliore delle ipotesi, insomma, i cantieri partiranno ad agosto dell’anno prossimo. Al momento non è possibile stimarne la durata, si può invece ipotizzare il costo: due milioni di euro, stando alle informazioni riferite dall’assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Bella. Una cifra elevata che si spiega anche con la necessità di procedere alla progettazione e messa in opera di un adeguamento antisismico dell’intera struttura. Come accaduto nel caso delle paratie, ma anche per opere meno impattanti, quando scattano interventi di manutenzione straordinaria è obbligatorio adeguare l’infrastruttura alle più recenti norme in materia di prevenzione sismica, passaggio che comporta un surplus di lavori e, quindi, di costi.

Del ponte che collega via Oltrecolle a via Canturina, insomma, sentiremo parlare ancora a lungo. Le relazioni degli esperti - riportate nei giorni scorsi da La Provincia - riassumevano d’altra parte in modo tanto chiaro quanto preoccupante la gravità della situazione. Un quadro complicato anche dalla presunta “scomparsa” del progetto esecutivo del viadotto, inaugurato a maggio del 2003. Secondo il dirigente comunale dell’epoca, Antonio Viola, e il collaudatore Bruno Tarantola (Provincia), i documenti c’erano tutti, anche perché in caso contrario non sarebbe stato possibile appaltare l’opera - peraltro oggetto di una significativa variante rispetto al piano iniziale - ma i periti non ne hanno trovato traccia nella «confusione documentale» riscontrata a Palazzo Cernezzi.

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