Como e Provincia / Lago e valli
Giovedì 20 Giugno 2013
Argegno: lavori al lido
Indagato l’ex sindaco Dotti
Blitz della Forestale: sigilli sul cantiere. Per la Procura l’edificio deturpa il paesaggio
Terremoto politico giudiziario ad Argegno, dove ieri mattina agenti del Corpo forestale dello Stato hanno messo sotto sequestro il cantiere per la realizzazione del nuovo lido, sulla foce del torrente Telo.
Sul registro degli indagati della Procura, per una serie di violazioni del testo unico sull’edilizia e del Codice dei beni culturali e del Paesaggio, sono finiti l’ex sindaco nonché attuale consigliere regionale Francesco Dotti, 53 anni, il progettista e direttore dei lavori Silvio Lizzeri, 40 anni, di Como (figlio di quell’Ettore Lizzeri, estraneo all’inchiesta, cui il Comune ha appena rinnovato un incarico di addetto esterno all’ufficio tecnico, tra le polemiche dell’opposizione), Giacomo Del Fante, 42 anni, di Samolaco, legale rappresentante della Edil strade Valtellina, l’impresa impegnata sul cantiere, Davide Bordoli, lennese di 45 anni, e Corinna Albini, 31, pure lei di Lenno, questi ultimi legali rappresentanti della Centre Point srl, lo società che sta eseguendo l’intervento.
In soldoni, l’indagine condotta dal nucleo investigativo della Forestale - coordinato dal pm Giuseppe Rose - contesta a Dotti e soci due reati: l’avere costruito una sorta di colosso, grande più del doppio del vecchio lido (andato distrutto in un incendio nel novembre del 2011), e l’avere compromesso il litorale, sul quale pende un vincolo istituito da un decreto ministeriale del 1955.
C’era il via libera della giunta
Non si tratta di lavori abusivi, anzi. Si tratta di un intervento deliberato dalla giunta che, all’epoca in cui a guidarla c’era l’attuale consigliere, approvò senza incertezze il progetto esecutivo.
Quel che mette in dubbio la Procura è la legittimità della delibera, sulla quale «occorre interrogarsi, poiché, in tema di violazioni urbanistiche e paesaggistiche, gli interessi protetti dalle norme non sono quelli semplicemente formali del rispetto della regolarità della procedura (...), ma quelli sostanziali della protezione del territorio e del paesaggio»
Non solo, però. Il lido è costruito sulla foce del Telo, torrentaccio a rischio, che nel ’98 - per esempio - esondò spazzandosi via un paio di pullman, e poco mancò che ci scappasse il morto. Secondo la Forestale, la foce del Telo è un’area sottoposta a vincolo idrogeologico, sulla quale è possibile costruire molto poco, senz’altro non un lido di quelle dimensioni. Bene: il Comune chiese alla Regione di poter “riparametrare” quello spazio vincolato, ovviamente riducendone le dimensioni. Si è scoperto che inizialmente il Pirellone disse no, salvo poi dichiararsi favorevole, nel febbraio del 2011, senza apparenti ragioni, visto che nel frattempo - tra il primo diniego e l’approvazione - non era stato eseguito alcun intervento di mitigazione del rischio. La foce, e i suoi detriti, erano gli stessi di prima.
«Confido nei magistrati»
Sul sequestro, Dotti, assistito dall’avvocato Giuseppe Sassi, ha diramato ieri una nota: «I lavori sono stati eseguiti in maniera conforme a regole e norme. Da un progetto già approvato da tutti gli enti nel 2009 è stata ridotta la volumetria e addirittura realizzata una sola piscina al posto di due. Sono sereno e non comprendo tutta questa aggressività nei confronti di un’opera pubblica destinata a cambiare il volto del paese. Da alcune settimane, si erano incentrati su lido troppi sguardi indiscreti. Confido nell’operato della magistratura».n
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