Como e Provincia / Olgiate e Bassa Comasca
Giovedì 20 Giugno 2013
La figlia scappa con i soldi
Il giudice: «Non è reato»
Fuggì con 110mila euro, i risparmi della madre e della sorella
Per il Codice penale non è punibile. Assolta perché convivente
Far sparire un patrimonio di famiglia, circa 110mila euro, è un reato non punibile dalla legge. Così ha stabilito il Tribunale di Cantù per quanto riguarda il caso di appropriazione indebita a cui era chiamata a rispondere Claudia Levrangi, 35 anni, studentessa alla facoltà di giurisprudenza a Como.
Probabile che a suo tempo abbia letto l’articolo 649 del codice penale, citato nella sentenza che l’ha scagionata dall’accusa, a danno della sorella e della mamma, in alcuni casi cointestatarie di conti correnti. La non punibilità per fatti commessi a danno di congiunti» è scattata per la convivenza sotto lo stesso tetto: assolta. La Levrangi è stata comunque condannata in primo grado di giudizio per un reato correlato alle vicende, a causa dell’utilizzo di carte di credito intestate alla sorella: 1 anno e 2 mesi in rito abbreviato e mille euro di multa.
In aula penale, sono giunti a sentenza i due procedimenti paralleli a carico della Levrangi, contumace. Ha deposto la mamma Angela Maria Corbella, 67 anni, di Bregnano. «Claudia è scappata con tutti i soldi», ha riferito, aggiungendo che all’epoca, fine maggio 2010, la ragazza - oggi vive nella zona di Brescia - frequentava una persona che faceva uso di droghe. Il dato certo è il denaro che non c’è più: 90mila euro su un conto comune a tutta la famiglia, scomparso. Con titoli disinvestiti. Oltre a prelievi per 16mila euro avvenuti anche sul conto aperto dalla sorella Emanuela alle Poste di Bregnano.
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