Barbara Minghetti: "Il mio segreto?
Non sono mai soddisfatta"

La direttrice del Sociale citata da "Classic voice" nel Gotha della classica italiana

È di pochi giorni fa la notizia dell’inserimento di Barbara Minghetti nel Who’s who della musica classica italiana, pubblicato in Classic People, supplemento al numero di dicembre di Classic Voice. Un bel riconoscimento, perché il presidente di Aslico figura in quello che, senza esagerare, si può davvero definire l’Olimpo della musica classica italiana. Ne parliamo proprio con lei per capire umori, ma anche progetti e nuovi obiettivi. 
Signora Minghetti come ha reagito alla notizia di questo bel riconoscimento?
Certamente mi ha fatto molto piacere, come si può immaginare. Mi ha fatto sorridere un po’ quell’aggettivo “giovane” ma sono contenta che si riconosca il lavoro compiuto. Devo dire che l’aspetto più importante sta nel sottolineare la forza di una squadra, come quella che lavora ad Aslico e al Sociale, che trova la sua forza nell’unione.
Una situazione particolare rispetto ad altre realtà?
Sì, devo dichiararmi molto fortunata perché dirigo un gruppo di persone che lavorano per passione e che hanno anche una forte autonomia nelle scelte e nella loro applicazione. Nel contesto generale delle cose, siamo una vera isola felice.
In questi anni anche il rapporto con le istituzioni è stato favorevole?
Direi proprio di sì ed è una delle componenti del successo. Credo che anche grazie alla disponibilità e all’attenzione dei nostri referenti, siamo sempre riusciti a realizzare bene i nostri progetti. La buona sinergia premia.
Mai pensato di lasciare Aslico e Como?
Ho avuto delle opportunità. Mi avevano chiesto di trasferirmi a Bologna e anche a Trieste. Avrei fatto forse una carriera diversa e più rapida ma probabilmente non avrei avuto la possibilità di lavorare con un gruppo come quello che ho qui. Nonostante a volte le persone mi dicano “Chissà dove vuoi arrivare!” io non credo di avere in me l’ambizione personale necessaria. Lotto per fare quello che mi piace e anche perché il mio lavoro abbia una conseguenza positiva sul sociale.
A proposito, nel numero di dicembre di «Classic Voice», si parla anche, in modo lusinghiero, di Opera domani, vero “fiore all’occhiello” di Aslico. Qual è il segreto?
Lavorare sempre come se fosse la prima volta e non dirsi mai soddisfatti. Non è retorica e lo dimostreremo anche con la nuova edizione.
Ci anticipa qualche novità?
Il fatto di lavorare con un compositore vivente e giovane è già una grande novità, molto stimolante. In più, posso dire che i bambini saranno coinvolti ancora di più, non solo cantando e muovendosi, ma anche suonando uno strumento. Non dimentichiamo, inoltre, che, accanto al progetto principale, Opera domani presenta anche sempre settori collaterali. In questo momento stiamo lavorando per coinvolgere nell’avvicinamento alla lirica anche gli adolescenti delle scuole superiori, fino ad ora non inclusi.
Per concludere, come si sente, tra le poche donne incluse nel “gotha” della musica?
Bello ma credo sia l’inizio di un percorso inevitabile. Basta guardare all’estero dove le donne occupano, da anni, posti di rilievo, in questo e in altri settori.

Sara Cerrato

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