Cultura e Spettacoli
Sabato 02 Gennaio 2010
Verdone: Italia, esci
dalle liti condominiali!
Il regista e interprete di "Io, loro e Lara", commedia attesissima e già salutata dal plauso dei critici, riflette sull'Italia, dalla Chiesa alla politica, auspicando il ritorno di un clima di fiducia. Lo abbiamo incontrato a Roma.
di Boris Sollazzo
Dolce e duro, Carlo Verdone ha quella capacità di essere delicato e allo stesso tempo "cattivo". Questo ha fatto sì che le sue caratterizzazioni di connazionali "tipici"- "sono un pedinatore di italiani"- abbiano avuto un successo clamoroso e siano rimaste nella nostra memoria storica e collettiva. Adesso, però, come forse già avvenuto per Borotalco e Compagni di scuola, c'è un salto di qualità. Risate più tristi e difficili, temi importanti sul campo. Famiglia e immigrazione, rapporti umani ed etica. E religione, perchè in Io, loro e Lara (esce il 5 gennaio in 650 copie per Warner Bros, anteprima a L'Aquila il 2 gennaio "perchè gliel'avevo promesso") è un prete missionario in Africa che torna in Italia per ritrovarsi in seguito a una crisi di fede. "E scoprirà che il vero malato è l'Occidente".
Dolce e duro, Carlo Verdone ha quella capacità di essere delicato e allo stesso tempo "cattivo". Questo ha fatto sì che le sue caratterizzazioni di connazionali "tipici"- "sono un pedinatore di italiani"- abbiano avuto un successo clamoroso e siano rimaste nella nostra memoria storica e collettiva. Adesso, però, come forse già avvenuto per Borotalco e Compagni di scuola, c'è un salto di qualità. Risate più tristi e difficili, temi importanti sul campo. Famiglia e immigrazione, rapporti umani ed etica. E religione, perchè in Io, loro e Lara (esce il 5 gennaio in 650 copie per Warner Bros, anteprima a L'Aquila il 2 gennaio "perchè gliel'avevo promesso") è un prete missionario in Africa che torna in Italia per ritrovarsi in seguito a una crisi di fede. "E scoprirà che il vero malato è l'Occidente".
Io, loro e Lara. E' il film della maturità?
Forse sì, anche se fa sorridere sentirlo dire, dopo 30 anni di carriera. Ma è vero, sono arrivato a un punto in cui voglio fare solo quello che desidero, che ritengo importante. Spero piaccia questo film, perchè ha un cast incredibile con cui è stato splendido lavorare e perchè se così sarà, forse potrò andare avanti su questa strada. Anche con più coraggio
Si ride con sempre più malinconia. Perchè l'Italia non è mai stata così avvilente?
Non c'è cattiveria nei confronti di questi personaggi, però è vero che stiamo cadendo sempre più in basso. Ho scelto un uomo retto, una persona per bene come Don Carlo per parlare di etica. E credo sia qualcosa d'avanguardia farlo, in un paese come il nostro dove questa qualità, dalla società all'economia, è assente. Per lo stile agrodolce, è così da sempre: il soprannome melan-comico me l'ha dato un tuo collega.
Una sorta di crisi mistica e cinematografica?
No, una ricerca di qualcosa che non deluda le persone, come ormai tutto il resto- politica soprattutto- ha fatto. La fiducia si può ritrovare, magari, in preti missionari o di periferia - e spesso i secondi hanno un passato in Africa, non a caso - che sanno ascoltare, che suscitano fiducia. O in atei rispettosi e rigorosi, che finiscono per essere più spirituali di tanti bigotti che insultano la zingara appena usciti dalla Chiesa.
Nessun problema con la Chiesa per questo prete sui generis?
No, credo di averlo affrontato con molta attenzione, anche se poi ho parlato in maniera problematica di preservativi e celibato, per esempio. Era il primo vero prete che facevo, quelli di Un sacco bello e Acqua e sapone erano caratterizzazioni, tic di un vecchio clero. Posso dirti che da alcuni membri della Cei mi è arrivato anche qualche complimento per aver saputo fotografare una nuova generazione di padri spirituali.
Inevitabile chiederle, da regista e attore, un parere sulla polemica riguardante il cinepanettone
Inevitabile chiederle, da regista e attore, un parere sulla polemica riguardante il cinepanettone
Che dire, il fatto che il film di Natale venga definito legalmente d'essai è la solita cosa all'italiana. E' ovvio che è assurdo, un'aberrazione. Se poi si deve dare un giudizio, la commedia deve esistere ma sono meno d'accordo che "debba" avere una parolaccia ogni 15 secondi, quello è un segnale di debolezza, in primis di chi il film lo fa. E mi è sembrato presuntuoso Christian De Sica quando ha detto che il suo film regge in piedi tutto il cinema italiano. Sbagliato e ingiusto: tutti i film lo fanno.
Un augurio per il 2010?
Per tutti che questo paese esca dal clima da riunione condominiale permanente e possa trovare la concordia che io mostro nel finale del mio film, come segno di speranza. E che sia permesso un vero ricambio generazionale. Per me di continuare a fare commedia e critica di costume, se vi piacerò...
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