Cultura e Spettacoli
Sabato 02 Gennaio 2010
Banda Baradello,
fucina di talenti
Applausi al Sociale di Como per il concerto di Capodanno promosso dalla Famiglia Comasca: fianco a fianco professionisti e amatori per una tradizione che si rinnova da 90 anni
Parliamo - e a ragion veduta - di banda, per augurare un buon 2010 musicale ai nostri lettori. L’occasione è la ventiduesima edizione del Concerto di Capodanno offerto dalla Famiglia Comasca in Teatro Sociale il pomeriggio del primo giorno dell’anno con la Banda Baradello (nelle foto di Carlo Pozzoni): un appuntamento di rito per Como che dà l’occasione per fare qualche auspicio sul far musica nell’immediato futuro. La Baradello, che compie quest’anno novant’anni, è l’esempio del cammino di rinnovamento profondo compiuto dai sodalizi musicali strumentali a fiato e a percussione sul nostro territorio. Basta una scorsa al programma delle due ore di musica regalate dal palcoscenico del Sociale alla cittadinanza, che non rinnega la Marcia Sinfonica di tradizione, la citazione operistica, le strizzate d’occhio al repertorio brillante e d’occasione come le citazioni verso gli Strauss del più viennese Capodanno, ma affianca ritmi moderni e intriganti, medley sapienti, salendo con gusto verso citazioni sfiziose come il Respighi d’apertura o il Ponchielli de "Il Convegno" fino al primo movimento del "Concerto per pianoforte e orchestra" del bicentenario Schumann, con importante solista alla tastiera. Alla bacchetta del direttore e arrangiatore Ettore Anzani fanno riferimento il pianista russo naturalizzato comasco Vsevolod Dvorkin, che concede fra gli applausi anche un brillante bis d’assolo chopiniano, agli applauditi fiati solisti Elisa Cappelletti e Ruggero Cattaneo alle voci liriche di casa di Ilaria Taroni e Bernardo Peduzzi: tra le file, le prime parti di non pochi musicisti comaschi di professione siedono volentieri a fianco di volti che con piacere riconosciamo da decenni a tener viva la propria passione amatoriale musicale, ai freschi, seriosi e vivaci volti di non pochi giovani. Ecco la ricetta da divulgare: le bande, con la propria attività sociale e formativa quasi pudìca, silenziosa almeno quanto squillante è il loro far musica pubblico, continano ad essere presenti insieme ai bei valori del far musica insieme, dimostrando anche con coraggio e la sapienza come si può mantenere le radici proprie e della comunità e vivere presente in modo non superficiale. Sta a chi promuove il sociale e a tutti noi, ora, riconoscere questi pregi e godersi anche la buona musica fatta per tutti con gusto e passione.
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