Cultura e Spettacoli
Sabato 02 Gennaio 2010
Le "mamme di giorno",
una lezione dal Ticino
Inchiesta sulle "tages mutter" nell'ultimo numero del mensile comasco-ticinese "Geniodonna", un fenomeno in crescita oltrefrontiera, anche grazie ai finanziamenti pubblici.
Le mamme ticinesi possono usufruire di maggiori servizi per l’affidamento del proprio bambino in asili nidi o in altre adeguate strutture rispetto alle italiane: è quanto emerge nell’indagine di Antonella Sicurello che, nell’ultimo numero del mensile comasco-ticinese «Geniodonna -, offre un dettagliato servizio sulle strutture per bambini in età prescolare nel Canton Ticino. Il bisogno delle madri di conciliare famiglia e lavoro sembra infatti essere più ascoltato nella vicina Svizzera, grazie anche a una legge per le famiglie, entrata in vigore nel 2003, che prevede anche un finanziamento statale e comunale. Come spiega Marco Galli, dell’Ufficio del sostegno a enti per le attività per le famiglie e i giovani (Ufag), interpellato sull’argomento, «il contributo cantonale è stato fissato al 40% dei costi riconosciuti». Grazie anche a queste agevolazioni, nell’arco di soli sei anni in Canton Ticino il numero di asili nido che ospitano bambini da 0 a 3 anni è raddoppiato, ed è aumentato inoltre il numero di strutture extrascolastiche. Le mamme ticinesi possono anche contare sull’Associazione Famiglie Diurne (AFD), creata in Ticino per conciliare gli impegni professionali con la cura dei figli. Le Tagesmutter, letteralmente «Mamme di giorno», offrono un servizio molto diffuso in tutto il Nord Europa che in Italia viceversa non ha ancora trovato un adeguato sviluppo: si tratta di persone, adeguatamente formate, che offrono educazione e cura a bambini di altri presso il proprio domicilio. L’Associazione Famiglie Diurne è in grado di tutelare le "mamme diurne" anche dal punto di vista giuridico: esse godono infatti degli stessi diritti delle lavoratrici dipendenti, con contributi sociali regolati dalla legge, assicurazione infortunio professionale, indennità di perdita di guadagno e altre agevolazioni, all’interno di un ambito professionale che spesso in Italia non viene regolarizzato. Sull’ultimo numero di «Geniodonna» segnaliamo anche un’interessante riflessione di Licia Badesi su il «Primo Congresso delle donne italiane», che si svolse in Campidoglio dal 24 al 30 aprile del 1908. Le proposte del Congresso erano davvero rivoluzionare se, come ci ricorda Badesi, trattavano questioni come la discriminazione tra uomo e donna a proposito della fede coniugale.
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