Cultura e Spettacoli
Lunedì 04 Gennaio 2010
Separarsi a Como,
una guerra totale
Il libro della farmacista Gianna Binda narra una storia drammatica, ricostruendo la fine di una relazione di coppia.
«Volevo solo separarmi», e invece è stato un massacro. Come da un matrimonio - per quanto poco o punto riuscito - possa scaturire un accanimento devastante fra i due ex è già stato materia di molti libri e molti film. La comasca Gianna Binda, farmacista, qui al suo primo libro, dalla (sua?) guerra dei Roses sembra voler trarre un monito: nulla al mondo vale il male che una separazione bellicosa e irrispettosa può fare non solo ai protagonisti, ma soprattutto ai figli, destinati e diventare ora vittime, ora strumenti di una battaglia senza esclusione di colpi. «Volevo solo separarmi» (Edizioni Eldorado, 125 pp, 15 euro) è la storia di una professionista mal maritata, madre di due figli, che decide di lasciare il marito, innescando una serie di ritorsioni che rischiano di comprometterne persino il rapporto con i figli, e che putroppo si risolvono solo con la scomparsa dell’ex marito. Rispetto e intelligenza potrebbero fare miracoli per disinnescare la bomba, ma non bastano: e l’impegno nella società civile dell’autrice emerge con chiarezza quando chiede che la società si attrezzi - a livello normativo e istituzionale - per aiutare chi deve traghettarsi nel miglior modo possibile da un matrimonio colato a picco a una nuova sponda. Ricatti affettivi, violenze psicologiche, inestricabili rancori, vendette e complicazioni patrimoniali - come se non bastasse l’inevitabile sofferenza che la fine di un’unione comporta - moltiplicano i loro effetti devastanti per le carenze della legge e degli operatori chiamati ad applicarle. «Una storia dallo spessore esemplare - scrive nella prefazione Vincenzo Guarracino - che attraverso il filo della scrittura tesa e densa vuole fare i conti con il passato e al tempo stesso proporsi come monito per quanti altri, e sono tanti!, si sono trovati e si ritroveranno in quelle identiche situazioni».
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