Cultura e Spettacoli
Martedì 12 Gennaio 2010
"Vivere da prete", la parola a un vescovo
Esce a febbraio il libro di Coletti, che richiama i temi trattati al cinema da Verdone
La concomitanza con il successo di «Io, loro e Lara», risulta puramente casuale (siamo nel pieno dell’anno sacerdotale proclamato lo scorso giugno da Benedetto XVI), ma il tribolato don Carlo (Verdone) troverebbe subito interessante il taglio del volume, tutt’altro che una predica da preti, piuttosto il tentativo di riflettere sull’identità di una vocazione oggi certamente in ribasso. «Devo confessare che lo stendere queste note ha fatto del bene anzitutto a me», ammette monsignor Coletti nella prefazione, anticipata da «Ancora» a «La Provincia», riprendendo in mano scritti del 1991, rivisti e aggiornati ai problemi di oggi. «Mi sono messo in ascolto del Signore e delle tante esperienze accumulate in molti anni di servizio come educatore nei seminari - scrive l’autore - Spero di aver trovato, con l’aiuto del Maestro interiore e di tanti "maestri" suoi strumenti, ai quali devo una profonda riconoscenza, la possibilità di riflettere in modo rinnovato sulla mia vita da prete, prima ancora di poter dire qualcosa su quella dei miei confratelli». L’attenzione del pubblico al film di Verdone la dice lunga sull’interesse popolare per questa figura che appare del tutto inattuale, rispetto alle mode contemporanee, per la scelta del celibato in un contesto di sessualità esasperata o per dedicarsi agli altri in un momento in cui il "prossimo" suscita conflitto, più che apertura. L’opera di Coletti è improntata al confronto e all’ascolto, come lo stesso sottolinea («è la conseguenza di non scrivere un trattato sulla vita da prete, ma di riflettervi sopra con un colloquio fraterno»). Una scelta ben inserita nel solco delle riflessioni di Papa Ratzinger che, nel proclamare l’anno sacerdotale, s’è guardato bene dal proporre figure di riferimento "colte" o "imprenditoriali", preferendo semmai indicare l’esempio di Giovanni Maria Vianney, il celeberrimo santo Curato D’Ars, un asino totale in latino, ma dotato di una straordinaria sensibilità d’ascolto che colpì anche la filosofa Simone Weil.
Vera Fisogni
© RIPRODUZIONE RISERVATA