Cultura e Spettacoli
Mercoledì 13 Gennaio 2010
Lo Schindler italiano
"Così beffai i nazisti"
Un libro con l'ultima intervista inedita all'eroe comasco
che salvò oltre 5 mila ebrei con finti lasciapassare spagnoli
Arriva giovedì 14 gennaio nelle librerie "Giorgio Perlasca - un italiano scomodo" (Chiarelettere, 221 pp., 14 euro), il libro di Carlotta Zavattiero e Dalbert Hallenstein che racconta la straordinaria vicenda di quest'uomo nato a Como e vissuto a Padova (dove è morto nel 1992) che durante la guerra, fingendosi diplomatico spagnolo, riuscì a salvare migliaia di ebrei del ghetto di Budapest. Dimenticato da tutti per decenni, Perlasca divenne famoso solo quando Israele lo annoverò fra i Giusti delle nazioni. Un film-tv del 2002, interpretato da Luca Zingaretti, consegna la sua storia anche al grande pubblico.
Nel libro è lo stesso Perlasca a raccontarsi, in un'intervista inedita realizzata da Hallenstein. "Diciassette anni fa ho trascorso 7 o 8 giorni con lui - racconta il giornalista australiano - volevo farne un libro ma in quel periodo stava uscendo il film su Schindler e al mio editore inglese non interessava la storia di quest'altro Schindler italiano. Di Perlasca ricordo la sincerità, l'autorità, l'umanità; non si è mai vantato di quello che ha fatto a Budapest, ma era assolutamente consapevole dell'importanza del suo operato. Forse è l'uomo più affascinante che abbia mai incontrato. Rimase sempre un uomo di destra, ma era totalmente umano, mai dominato dalle ideologie".
"Perlasca era scomodo per tutti - continua Hallenstein - Per la sinistra, ovviamente, per il suo passato fascista; per la destra, perchè ha preso le distanze dal fascismo due volte, nel '38-39 in occasione dell'alleanza con Hitler e delle leggi razziali e dopo l'8 settembre, perché scelse la monarchia. Quanto alla chiesa, il figlio di Perlasca, Franco, sostiene che non avesse alcun interesse per la figura del padre per un certo residuo di antisemitismo".
L'Italia lo ignorò per decenni: "I riconoscimenti arrivarono con 40 anni di ritardo. Eppure lui non si nascondeva, aveva contatti persino con i padri della Repubblica, fra cui De Gasperi, ma nessuno si interessava a lui, quasi certamente per il suo passato fascista".
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