Cultura e Spettacoli
Giovedì 21 Gennaio 2010
Arte contemporanea:
il j'accuse del critico
Martina Corgnati sostiene che Cattelan e Hirsch, i più quotati artisti del momento, non rappresentino niente. Presenterà la sua tesi ai Venerdì Letterari di Como, il 22 gennaio in biblioteca.
di Stefania Briccola
«Damian Hirst con gli ormai celebri animali in formaldeide e Maurizio Cattelan con i tanto discussi fantocci impiccati sono artisti che non rappresentano niente, ma fingono delle circostanze nei confronti delle quali il pubblico si trova spiazzato».
Parla Martina Corgnati autrice del saggio “L’opera replicante” (ed. Compositori) in cui illustra la strategia dei simulacri nell’arte contemporanea mettendo in guardia lo spettatore dai pericoli di una nuova estetica basata solo sulla violazione di tabù o su disarmanti sfrenatezze kitsch. Il simulacro è simile alla realtà, ma produce effetti problematici, turbando o seducendo chi lo osserva. Questo tema sarà al centro dell’incontro con Martina Corgnati, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia Albertina di Torino, che si terrà il 22 gennaio, alle 17, alla biblioteca comunale di Como.
Professoressa Corgnati, di cosa parlerà oggi ai nuovi Venerdì letterari?
Il tema principale della mia ricerca è legato al simulacro, un oggetto che non è verità e non è finzione, che non è invenzione però non è neanche copia, che è uno statuto speciale della rappresentazione di grande interesse nell’arte dei nostri giorni. Nel libro “L’opera replicante” ho provato ad applicare la categoria letteraria e filosofica del simulacro all’arte contemporanea passando in rassegna le azioni di alcuni protagonisti della scena internazionale.
Può fare qualche nome?
Damian Hirst, Jeff Koons, Maurizio Cattelan sono artisti che non rappresentano niente, ma fingono delle circostanze che non sono più né vere, né finte, ma nei confronti delle quali il pubblico si trova spiazzato. L’osservatore è in una posizione nuova. Cattelan quando impicca dei pupazzi ai rami dell’olmo di piazza XXIV maggio a Milano produce una reazione scomposta da parte di un signore che non tollerando questa presenza si arrampica sull’albero per staccare i fantocci che sono percepiti come veri e propri bambini. C’è una chiamata in causa della realtà molto forte attraverso il simulacro. Pensiamo anche a Jeff Koons che si sposa con Cicciolina poi però proclama che il suo matrimonio è un’opera d’arte.
Quale è il suo pensiero su questa nuova idea dell’arte?
Sicuramente l’arte contemporanea si sta trasformando e non è più comprensibile attraverso le categorie del passato. Oggi quasi tutto è più immagine che realtà e forse l’arte sta implicitamente ripensando al proprio ruolo in questo mondo cambiato.
Che cosa dovrebbe fare l’appassionato d’arte contemporanea?
Suggerisco di non lasciarsi ingannare dai simulacri, di fare attenzione all’opera, distinguendo se è fatta dall’artista o soltanto commissionata e ponendosi il problema di capire se sta cercando solo di colpirci e di scandalizzarci oppure no.
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