Cultura e Spettacoli
Lunedì 08 Febbraio 2010
La "Vispa Teresa"
fu riscritta a Eupilio
Inventata da Sailer, riscritta e allungata da Triluss la "Vispa Teresa" conosce anche una versione narrativa, che contribuì a renderela celebre tra i bambini dei primi decenni del Novecento. L'autrice fu una scrittrice che si ispirò alla più vivace delle bambine Dubini, che soggiornavano sulle colline di Eupilio. La storia, raccontata dall'architetto Enrico Freyrie, che ha donato alcune immagini per la realizzazione del calendario della Pro Loco...
«La vispa Teresa / avea tra l'erbetta / A volo sorpresa / gentil farfalletta / E tutta giuliva / stringendola viva / gridava distesa: / "L'ho presa! L'ho presa!"». Un tempo nemmeno tanto lontano chissà quante voci garrule e squillanti di fanciulle hanno declamato con gioia i versi candidi della celebre filastrocca conosciuta come la Vispa Teresa. Chi fu l'autore di questa popolare e al tempo stesso aristocratica poesia collocata con evidenza su tutti i libri per bambini? Alcune antologie dicono che La vispa Teresa è di Luigi Sailer (1825-1885), affermato poeta per bambini, amico di Trilussa (che ne scrisse un'altra versione nel 1917, ndr). C'è invece chi sostiene che i conosciutissimi versi dedicati alla "gentil farfalletta" catturata dalla vivace e gioconda bambina Teresa la quale poi si ravvide e la liberò, scaturirono dalla fantasia e dall'emozione di una poetessa che in un radioso giorno di primavera osservava una bambina giocare, correndo dietro le farfalle, in un giardino sulle colline di Corneno, ora comune di Eupilio, affacciate sul lago di Pusiano. La poetessa era la nota Lina Schwarz, molto a suo agio nel mondo alto borghese addirittura aristocratico milanese e chiamata confidenzialmente la "zia Lina". Erano gli anni tra le due guerre e "zia Lina" era sovente di casa dai Dubini, potente famiglia meneghina nel ramo della seta e delle filande, amante dell'Alta Brianza e dei suoi laghi. Una di queste dimore era a Corneno e vi soggiornavano le figlie e le nipoti dei Dubini. Una di queste, di nome Teresa, fanciulla bella, briosa e sorridente fu vista dalla poetessa ospite rincorrere una farfalla tra i fiori e catturarla. Senza pensarci due volte "zia Lina" liberò tutta la sua grande musa poetica declamando i versi della Vispa Teresa.
Nei mesi scorsi a Eupilio, con una bella iniziativa della Pro Loco è stato pubblicato un singolare calendario per l'anno in corso e distribuito a tutte le famiglie. La pubblicazione offre una bella sequenza di immagini delle casate milanesi più importanti che hanno soggiornato sui dolci colli Eupilei dove erano le loro patrizie dimore. Tra queste immagini che sono state fornite dall'architetto Enrico Freyrie, la cui famiglia ha avuto una parte importante nella storia del paese e della Brianza, vi sono quelle di un gruppo di signorinette della famiglia Dubini. Ma allora la celebre poesia della Vispa Teresa è proprio della "zia Lina" o di Sailer, o di qualche altro poeta ancora? L'architetto Freyrie, che dall'alto della sua età è un po' il cantore storico delle qualità e delle abitudini dell'alta società meneghina, per molti anni soggiornante di primavera e d'estate a Eupilio, sostiene che la Vispa Teresa è della Schwarz ed ad ispirargliela fu proprio la vispa giovinetta Teresa Dubini. Gli ha più volte raccontato questo episodio sua madre, la quale era sorella del grande uomo di cultura Piero Bargellini, senatore, scrittore e sindaco di Firenze nei tempi dell'alluvione. Tra gli antenati Freyrie ci fu però anche un grande ammiraglio di cui l'architetto conserva ancora la feluca. Nelle riunioni in famiglia ogni tanto saltava fuori la storia della Vispa Teresa e della giovane Dubini. Un piccolo mistero dunque sulla paternità (o maternità) della famosa filastrocca? Forse si può azzardare a supporre che "zia Lina", autrice di importanti libri per bambini assai adoperati anche nelle scuole, guardando in un bel mattino di sole in Brianza la esuberante Teresa Dubini si ricordasse della Vispa Teresa di Sailer e di botto decidesse di inserirla in una delle sue antologie di grande successo. Di certo senza volerlo la Pro Eupilio ed Enrico Freyrie hanno il merito di aver sollevato, con la redazione di questo bel calendario, una piccola questione letteraria.
Ma come illustra la pubblicazione, ricca di immagini del "tempo che fu" ci riporta in un mondo e in un tempo molto suggestivi che videro, sulle colline Eupilee, annidarsi beatamente, in pieno relax, casate celebri. L'ultima fu quella dello scrittore ed editore Alberto Vigevani che riceveva nella sua dimora personaggi tra cui Mimma Mondadori, Lalla Romano, Vittorio Sereni e frequentò anche Carlo Emilio Gadda.
Anni prima in villa Rosa, tra Corneno e Carella, soggiornava il barone Nicolò Paganini, pronipote del celebre violinista genovese. Le sue figlie Giuseppina e Andreina furono brave musiciste. La prima pianista, l'altra violinista, negli anni Venti tennero concerti in tutta Europa. La famiglia Rocca, con villa a Galliano, godeva di una grande potenza economica grazie alla fortuna che, nei primi Novecento, ottenne il capofamiglia Ernesto, scoprendo che dall'olio pesante di Cortemaggiore si poteva fabbricare le palline di naftalina con le quali invase il mondo.
In un immenso, ombroso parco poco oltre il Beldosso si alza ancor oggi la celebre villa della famiglia Du Chene De Vere, casato vibrante di alta nobiltà europea Alla fine dell'Ottocento Fernando Du Chene De Vere fu il primo a portare in Italia la pubblicità. Il suo cavallo di battaglia furono i tram coperti di reclam. Lo presero per matto e lo chiamarono il "venditore di fumo". Ma i denigratori dovettero ricredersi in fretta.
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