Cultura e Spettacoli
Venerdì 12 Febbraio 2010
S. Valentino di sangue
con uno storico delitto
Il corpo di una turista americana di 35 anni fu trovato in un baule: lo trassero a riva i pescatori del Lario. Il colpevole, si appurò, era il marito ventunenne. Appuntamento all'Archivio di Stato, il 14 febbraio, per ascoltare la ricostruzione di uno dei delitti passionali che fece più scalpore un secolo fa.
Un "San Valentino rosso sangue" è il titolo dell'iniziativa con cui l'Archivio di Stato di Como ha deciso di celebrare la festa degli innamorati. L'Archivio prosegue così nell'encomiabile proposito di mettere il proprio enorme patrimonio documentale e a disposizione della città in occasione di incontri a tema ispirati e ricorrenze o feste.
La data più romantica dell'anno, questa volta, è stata interpretata in chiave thriller: domenica 14 febbraio, San Valentino, appunto, alle 17 nella sede di via Briantea, verrà ricostruito a distanza di un secolo esatto uno dei delitti che maggiormente fecero scalpore sul Lario. Il magistrato Giuseppe Battarino, la studiosa di diritto Alessandra Fusco e gli storici Fabio Cani e Gerardo Monizza ricostruiranno - sulla scorta del copioso fascicolo del processo di Corte d'Assise conservato all'Archivio di Stato di Como - l'omicidio della giovane americana Mary Scott per il quale fu condannato il marito, Porter Charlton.
Il ritrovamento del corpo ebbe luogo il 9 giugno 1910, quando una rete da pesca trascinata da una barca si impigliò a pochi metri dal vecchio molo di Moltrasio. Venne trascinato a riva un baule rettangolare, ricoperto di una tela cerata grigia, ferrato e chiuso con tre serrature e tre grosse cinghie; una grossa pietra chiusa in una federa era stata legata come di zavorra. Il baule fu aperto subito, sulla riva, alla presenza del sindaco: al cui interno fu rinvenuto il cadavere di una donna giovane avvolto in un lenzuolo insanguinato, oltre a una mazza, un paio di scarpe e un pacco di lettere scritte in inglese. Un primo esame della salma, effettuato dal medico del paese, mise in luce particolari raccapriccianti: la giovane donna era stata chiusa viva nel baule ed era morta per asfissia, dopo essere stata stordita con diversi colpi al capo.
L'inchiesta che ne seguì portò alla luce il delitto:
Mary Scott, una turista americana di 35 anni, era stata uccisa nella notte tra il 5 e il 6 giugno dal suo giovane marito, Porter Charlton, 21 anni, che in seguito aveva cercato di occultare il cadavere gettandolo nel lago, fuggendo poi e imbarcandosi a Genova su un piroscafo diretto a New York. Immediatamente arrestato al suo arrivo negli Stati Uniti, confessò l'omicidio e si assunse tutta la responsabilità.
Il “delitto di Moltrasio” attirò nei giorni immediatamente seguenti al ritrovamento del corpo della vittima l'attenzione dei giornali locali, nazionali e internazionali, e intorno ad esso crebbe poi un mito che non perse forza nemmeno dopo che l'omicida - a distanza di oltre cinque anni dai fatti - venne condannato a una pena piuttosto lieve.
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