Cultura e Spettacoli
Giovedì 04 Marzo 2010
Ritrovato al Carducci
l'Epistolario Fogazzaro
In un vecchio armadio cinquefaldoni contenenti centinaia di lettere
Fra tante missive dei familiari anche alcune attribuibili allo scrittore
L'epistolario consta quindi di cinque faldoni in cartone dal dorso rosso-bruno recante la scritta "Epistolario Valsolda". All'interno centinaia di lettere, classificate in piccoli fascicoli (foglietti piegati in due) con scritti a mano il nome dell'autore e del destinatario, la data e il numero delle missive. Nei raccoglitori anche alcune pubblicazioni riconducibili a familiari del Fogazzaro o allo stesso scrittore. La maggior parte delle lettere sono state spedite al Fogazzaro dai suoi parenti e conoscenti o sono state scambiate dai familiari dello scrittore. Il primo faldone contiene circa 150 lettere (1870-1882) di Ina Fogazzaro Danioni, sorella di Antonio, alla cognata Rita e allo stesso Fogazzaro, della suocera Giuseppina Valmarana al Fogazzaro, dello zio don Giuseppe Fogazzaro ai nipoti Antonio e Rita, del padre Mariano (che fu parlamentare, come testimonia la carta intestatata alla Camera dei Deputati) ancora ad Antonio e Rita.
Nel secondo contenitore vi sono 93 lettere della suocera Giuseppina Valmarana alla figlia Rita, e altre di Ina Fogazzaro Danioni alle figlie di Antonio, Maria e Gina. Il terzo faldone raccoglie decine di lettere non di familiari inviate a Fogazzaro. Fra tante, spicca un bigliettino di Carlo Dossi vergato in minutissima grafìa in cui lo scrittore pavese - che visse e morì a Como - commenta con commozione il poemetto "Miranda", opera prima (1874) del vicentino. "Sarei davvero un ingrato - scrive Dossi da Induno di Varese il 7 agosto 1875 - se dopo avere, mercè la sua aerea "Miranda", gustato la voluttà dell'artistico pianto, non le dicessi stringendole caldissimamente la mano "grazie"". Ancora lettere a Rita dalla madre (166 in tutto) nel quarto raccoglitore, nel quinto altre missive dei familiari.
Nell'epistolario anche lettere autografe del Fogazzaro, non archiviate in separata sede e quindi da ricercarsi all'interno dei singoli fascicoletti. A un primo esame del materiale ne sono state trovate due, risalenti al 1968 e 1870 scritte durante il servizio militare (lo scrittore indica come recapito il "XX Battaglione di Brigata Abbruzzo" a Opi, paesino in provincia dell'Aquila). La destinataria è una «carissima amica» di cui si ignora il nome: Fogazzaro all'epoca era già sposato, quindi sarebbe da escludere la liaison amorosa. "Dalla mia dipartita da Milano fino ad oggi - si legge nella lettera del 26 luglio 1868 - non averti mai scritto è un poco troppo per un amico d'infanzia. Ma, cosa che forse avrai difficoltà a credere, non merito nemmeno la taccia di pigrone. Le tante volte avevo intenzione di scriverti ma ecco che nel più, una qualche noia veniva a distrarmi dalla tranquillità. Un solo mese passai in tranquillità e fu fin verso la metà di aprile, dapprima venni in Vasto alla sede del battaglione e quindi fui occupatissimo nel tiro al bersaglio...".
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