Cultura e Spettacoli
Venerdì 05 Marzo 2010
"Tutto per un figlio"
Anche in palcoscenico
L'8 marzo al Teatro Sociale lo spettacolo "Stasera ovulo", scritto dalla drammaturga comasca Carlotta Clerici, premiato nel 2009 come miglior opera di prosa e per l'interpretazione della protagonista, che abbiamo intervistato.
Il Teatro Sociale dedica un omaggio alla festa della donna e lo fa presentando, l'8 marzo alle 20.30, in Sala Bianca, per i Circuiti teatrali lombardi "Stasera ovulo", commedia tra toni comici e commuoventi, scritta dall'autrice comasca Carlotta Clerici ed interpretata da Antonella Questa, con la regia di Virginia Martini. (Biglietti a 15 euro. Info: 031/270170). Per conoscere la pièce, (premio Calandra 2009 come migliore spettacolo, con un premio anche per Antonella Questa come migliore interprete Calandra 2009), parliamo con l'attrice.
Lo spettacolo è incentrato sul dramma dell'impossibilità di avere figli, da parte di una donna. Un tema difficile da affrontare?
Certamente l'argomento non è semplice ma la scrittura di Carlotta e di conseguenza la mia interpretazione e la regia di Virginia Martini hanno puntato sulla leggerezza, perché si vuole raccontare una storia che tocca tante persone e vogliamo superare certi tabù ad essa legati.
In effetti, ancora nel 2010 le donne che non hanno figli sono guardate con sospetto dalla società...
È davvero così. Al dolore di non potere avere un figlio si deve aggiungere la condanna allo sguardo degli altri, uno sguardo che, anche quando non è accompagnato da parole esplicite, nasconde riserve e giudizi spesso negativi. La storia che Carlotta Clerici ha scritto partendo dalla propria esperienza personale, vuole far cadere il velo e portare gli spettatori a riflettere.
Ci riuscite?
Direi proprio di sì. È bello salutare il pubblico in camerino e sentirsi dire che lo spettacolo ha colpito nel segno. In particolare, molti medici, rivedendosi in scena, riflettono su certi comportamenti, spesso guidati dalla prassi professionale, ma forse dimentichi di una necessaria umanità.
Da attrice come giudica la scrittura della “nostra” Clerici?
Una scrittura ad hoc per il teatro e soprattutto evocativa e capace di rappresentare lo stato psicologico di tutte le figure cui do voce in scena.
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