Cultura e Spettacoli
Mercoledì 31 Marzo 2010
Milano rilancia Sambruni,
grande lariano dimenticato
Si prepara una mostra dedicata al pittore, 92 anni, che vive a Cernobbio: espose anche alla Biennale di Venezia, ma a parte una rassegna ospitata nel 2008 a Cernobbio, la città di Como lo trascura.
Come tutte le storie, anche quella dell'arte è costellata di silenzi. E in questo caso stiamo parlando di sottacere opere e persone che mertiterebbero, invece, di venire alla luce. Nel comasco gli esempi abbondano, e possiamo citare alcuni artisti, come Carla Badiali, Cordelia Cattaneo e Ico Parisi. E poi Ugo Sambruni, che per quanto vanti una carriera di tutto rispetto (e basti ricordare la presenza della sua opera alla Biennale di Venezia, nel 1942, il Premio alla Permanente di Milano nel 1955 e il premio Segantini ricevuto a Sant Moritz nel 1968) rimane un artista "marginale", anche a causa di una certa ritrosia a sottomettersi ad alcune regole di mercato non sempre rispettose dell'io artistico. Una fedeltà totale, la sua, alle ragioni profonde dell'arte, che gli ha creato la nomea non simpatica di orso e artista scorbutico. Tant'è. Ma le cose stanno cambiando: lo si capisce anche sbirciando velocemente nel suo sito (www.sambruni.it) che si apre col motto «Esploda il mio silenzio». Un grido rabbioso (del resto tutta la sua produzione artistica nasce dalla rabbia nei confronti della seconda guerra mondiale, dove l'allora giovane Sambruni si ferì una gamba rimanendo zoppo) che è stato raccolto due anni fa, in occasione del suo novantesimo compleanno, dal suo più fedele collezionista e da Ilona Biondi, titolare della galleria Il Tramite in via Borgovico a Como. «Il progetto Sambruni è stato aiutato anche dal quotidiano La Provincia - spiega la gallerista - che due anni fa ha pubblicato un articolo lanciando un appello a tutti i collezionisti». E così Ilona Biondi è riuscita a ottenere le foto delle opere di Sambruni, arrivando a ricostruirne la storia.
«Il secondo passo è stato quello di catalogare tutte le opere, creare un sito Internet e organizzare una serie di mostre». E ora arriviamo al dunque: dopo aver esposto a Villa Bernasconi a Cernobbio (dove l'artista abita da anni), a Torino e Vercelli Sambruni approderà alla Chie Art Gallery di Milano. «Lì presenteremo le opere in bianco e grigio - specifica la gallerista - del resto, la carriera di Sambruni è talmente estesa ed eclettica che occorre operare una scelta». Certo: l'artista ha dipinto per settantacinque anni, attraversando diverse fasi, a tal punto che alcune opere, se messe vicine, non sembrano appartenere alla stessa mano. Quello che rimane, come humus, è una ricerca attenta alle ragioni del colore, alle sue sfumature cangianti che creano una profondità vivida e concreta, e che spiegano anche all'occhio meno attento la cifra più interessante della sua creazione, ovvero la cura (qualità, ahimé, non sempre rinvenibile nell'arte contemporanea, dove l'astrazione spesso diventa una scusa per scansare la fatica del fare pittorico). Di fronte ad un'opera di Sambruni, invece, si sente sostanza, carne. E la ragione va ricercata nella dedizione. Un'opera, la sua, che sarebbe peccato dimenticare.
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