Cultura e Spettacoli
Sabato 08 Maggio 2010
Canti contro la crisi
la lezione dei nonni
La ricercatrice musicale Elsa Albonico rilancia le canzoni del Novecento lombardo: una testimonianza straordinaria della forza con cui nel passato si faceva fronte alle fatiche del lavoro, ai disagi e alla difficoltà di far quadrare i conti. Concerto il 9 maggio ad Appiano Gentile.
Dici canti e spettacoli dialettali e ti viene in mente un genere di spettacolo, oggi in voga, fatto di spensieratezza e commedia. C'è però anche chi, della antica cultura popolare, declinata nelle parlate vernacolari, ha fatto la ragione di una ricerca trentennale, che unisce spettacolo e recupero di conoscenze remote. Parliamo di Elsa Albonico, energica e simpatica signora, interprete di canzoni d'autore, studiosa, giornalista e altro, che, in queste settimane di maggio è impegnata, nel nostro territorio, in un ciclo di spettacoli, dal titolo «A cantala l'è méj. Canti e racconti della tradizione lombarda». Il 9 maggio, alle 15, sarà alla casa di riposo Bellaria di Appiano Gentile e il 14 maggio, alle 21, al cineteatro Pax di Lurate Caccivio, con ingresso libero. Il tour di Elsa Albonico toccherà ancora la nostra provincia il 5 giugno, a Drezzo con Stefano Zuffi e Ombretta Franco. «Il mio lavoro di studio e di ricerca nel campo della cultura orale e del canto, nell'area lombarda ma non solo - spiega con verve la signora - è cominciato trent'anni fa, in occasione di un convegno sui dialetti cui ero stata invitata. Pensai di compiere delle ricerche nell'area della Valsolda e scoprii un mondo incredibile, che mi giungeva attraverso le testimonianze orali di tante persone. Un mondo fatto di antichi lavori legati all'agricoltura, all'amore amore, alla vita quotidiana, di tradizioni in estinzione che restavano però vive nei canti, specchio della realtà del passato. Da quel momento, mi innamorai di questa cultura "dimenticata" e ho sempre lavorato, pubblicando dischi e libri, per divulgare questi tesori di conoscenza». Così si possono leggere gli spettacoli che Elsa Albonico porta al pubblico. «Non si tratta soltanto di nostalgiche operazioni per platee di anziani - ci tiene a specificare - perché ho scoperto che i giovani, a cui nessuno ha mai insegnato questi canti e le tradizioni da cui nascono, sono curiosi e ben disposti ad apprendere. E pensare che la mia generazione si è vergognata delle proprie radici contadine». Vi aspettate un ritratto bucolico e idilliaco della Lombardia d'un tempo? Resterete stupiti. «I canti che ripropongo parlano di lavoro, di durezza e anche di povertà. Raccontano un mondo certamente più solidale ma stretto nella morsa del bisogno e delle condizioni di vita non facili di uomini e soprattutto donne, alle prese con gli affanni dell'esistenza contadina o peggio con il lavoro in fabbrica. La mia ricerca guarda molto ai temi del sociale perché senza conoscere il passato, non possiamo pretendere di affrontare il presente».
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