Cultura e Spettacoli
Lunedì 10 Maggio 2010
Quell'Erba cattiva
nel cortile del male
La scrittrice Rosetta Loy ha riletto, come se fossero fiabe "noir", le stragi di Erba e di Novi Ligure. Non esprime giudizi, mostrando come la normalità quotidiana si intrecci a una brutalità che supera qualsiasi possibile fiction...
Rosetta Loy in "Cuori infranti" racconta i delitti efferati di Novi Ligure e di Erba come se fossero delle favole noir. Il Paese del cioccolato ed Erbario rileggono la cronaca dei nostri giorni e catturano segnali interessanti. I delitti si consumano in luoghi dall'aspetto grazioso in cui c'è una sublimazione della pulizia. Se a Novi Ligure tutto nasce dall'amore tra «il ragazzo fanatico dei Pooh» e «la biondina dal viso appena paffuto», la strage di Erba affonda le radici nell'odio e nei vizi capitali dell'invidia, dell'avarizia e dell'ira, che oggi abbiamo dimenticato perché ci siamo abituati. L'invidia è fondamentale in "Erbario" ed è già morte, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo, per dirla con Cesare Pavese. Rosetta Loy, quale sguardo ha su questi individui al di sopra di ogni sospetto che compiono delitti efferati? Il mio è uno sguardo profondamente interessato. Ci sono quelli che non vogliono vedere e quelli che invece vogliono capire. Io appartengo a questa seconda categoria. I racconti che trasformo quasi in favole prendono spunto da qualcosa che è realmente accaduto.
Nei racconti di «Cuori infranti», lei fa luce su dettagli interessanti come l'ossessione per la pulizia di Rosa e della mamma di Erika. Che cosa può dire sul tema?
È un aspetto che ho notato molto nelle pubblicità dei detersivi trasmesse alla televisione. In questi spot la pulizia diventa quasi un bene supremo che emerge anche in alcuni delitti.
Gli autori dei delitti di Novi Ligure hanno seguito un percorso di recupero mentre i condannati per la strage di Erba si dichiarano innocenti. È possibile che una persona si riabiliti se non riconosce la propria colpevolezza e sembra non averne coscienza?
Penso di no. In ogni caso ho voluto raccontare questi delitti con gli occhi con cui li vedo da fuori, ma penso sempre a non esprimere giudizi. Vorrei che la storia stessa si raccontasse e offrisse una comprensione al lettore. Non vorrei mai essere un giudice.
Che ruolo giocano i luoghi?
I delitti avvengono in luoghi dall'aspetto grazioso, come la villetta a schiera di Novi Ligure e la cascina ristrutturata di Erba, e proprio dove non c'è alcuno squallore si insinua questo fiume di sangue.
Come entra il tema della memoria nei suoi libri?
La memoria è frutto di quello che ho visto, che ho capito e che ho vissuto. I racconti traggono anche spunto dai miei ricordi di Novi Ligure e delle cascine del Monferrato con i cortili dove un tempo le ragazze, con il fazzoletto legato da un nodo alla nuca, cantavano sgranando il grano turco.
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