Cultura e Spettacoli
Sabato 15 Maggio 2010
I giornali della nuova Cina:
che fatica, la democrazia
La giovane sinologa comasca, prima italiana a lavorare al "Giornale del Popolo" di Pechino, ha pubblicato la sua esperienza su una prestigiosa miscellanea di studiosi, che lei stessa ha curato.
Ha il passo del reportage più che del saggio il contributo che la giornalista comasca e sinologa Emma Lupano ha scritto per «Media in Cina oggi. Testimonianze e orientamenti» (Franco Angeli, 190 pag., 21 euro) volume di cui è anche curatrice. Si tratta di una raccolta di interventi (gli altri autori sono Clara Bulfoni, Chwen Chwen Chen, Cinzia Colapinto, Guo Binbin, Alessandra C. Lavagnino, Bettina Mottura, Mariagrazia Porro, Giuseppe Richeri, Giorgio Strafella, Rebecca Valli e Xu Yingying) presentati in occasione di un convegno organizzato dal Polo di mediazione interculturale e comunicazione dell'Università degli Studi di Milano.
Il panorama dei temi trattati è vastissimo, dal mercato televisivo a internet, dalla propaganda alla pubblicità. Emma Lupano in particolare prende spunto dalla propria esperienza come redattrice ospite nella redazione della versione online del "Renmin Ribao", il "Quotidiano del Popolo", per spiegare come si lavora nel giornale più famoso della Cina e con quali sfide la stampa cinese di partito deve confrontarsi per far fronte alle nuove condizioni imposte dal mercato e dalle forme di comunicazione emergenti. A un excursus storico attraverso la storia della stampa - e della libertà di stampa - in Cina, Emma Lupano affianca il godibilissimo racconto della sua esperienza - prima giornalista italiana - nella redazione del "Renmin Wang".
Emma è stata chiamata della redazione online inglese per aiutare i colleghi a migliorare le loro professionalità giornalistica. L'edizione on line è infatti il tentativo del giornale - tre milioni di copie - di affilare le proprie armi sul mercato in vista della progressiva riduzione dei fondi di partito. Armi che all'arrivo di Lupano sono parecchio spuntate: in redazione infatti fino a poco prima non c'era nemmeno un giornalista. I redattori sono specialisti in lingue straniere che non hanno ricevuto alcuna formazione giornalistica, e lo stesso caporedattore non è mai stato un reporter, si limita a selezionare gli articoli in cinese che i redattori tradurranno in inglese e pubblicheranno on line. Solo due redattori, inseriti in ultimo, hanno attitudini e competenze giornalistiche. Le conclusioni? L'introduzione di giornalisti e la riforma grafica testimoniano della volontà di dare un'impronta più moderna, libera e concorrenziale al prodotto, ma le difficoltà economiche - i compensi per redattori e collaboratori sono molto bassi - e il residuale controllo del partito fanno sì che «contenuti e stili del "People's Daily online" non sono ancora stati aggiornati sufficienza. Difficile credere - conclude Lupano - che nel prossimo futuro il sito portavoce del Pcc voglia - o possa - cambiare in modo sostanziale il proprio approccio propagandistico alle notizie».
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