Cultura e Spettacoli
Martedì 18 Maggio 2010
Addio a Sanguineti:
s'indaga per omicidio
E' morto il 18 maggio, a Genova-Sampierdarena, in ospedale, dopo un intervento d'urgenza per aneurisma toraco-addominale. Poiché l'intellettuale è spirato quand'era ancora in sala operatoria, la Procura ha aperto un'inchiesta e sequestrato la cartella clinica. Poeta, scrittore, docente universitario e critico "militante" del celebre Gruppo 63, lascia una preziosa eredità culturale, che Fulvio Panzeri spiega ai lettori de "La Provincia".
di Fulvio Panzeri
Se ne è andato uno dei protagonisti della stagione delle Avanguardie in Italia, critico di rilievo, poeta e prosatore, Edoardo Sanguineti. Nell'ultimo decennio il suo lavoro è stato riscoperto e ha ottenuto un meritato riconoscimento critico. Era nato a Genova nel 1930. È stato docente a Torino e a Salerno, per tornare a Genova, città nella quale ha trascorso anche gli ultimi anni di vita. Nel 1956 si laurea a Torino, discutendo una tesi su Dante con il professor Giovanni Getto che verrà poi pubblicata nel 1961 con il titolo "Interpretazioni di Malebolge". Del resto lo studio dell'opera dantesca è centrale, non solo nell'attività critica di Sanguineti, di cui ricordiamo anche "Tre studi danteschi" (1961), "Il realismo di Dante" (1965) fino a "Dante reazionario" (1992), ma anche in quella poetica. Non è possibile infatti prescindere dal rimando all'opera di Dante leggendo i suio versi, sia a livello di uso della lingua, sia per il multilinguismo della varietà di allegorie e figure che ritroviamo, in citazioni dirette o indirette. Lo si può verificare leggendo l'antologia poetica, curata da Erminio Risso e pubblicata, nel 2004, nell'Universale Feltrinelli, Mikrokosmos. "Poesie 1951-2004" Dice il curatore: «Questa antologia si configura come un libro autonomo e non come una semplice selezione, capace di rendere conto di un'attività poetica più che cinquantennale; il testo possiede un'autosufficienza che deriva dalla forte correlazione tra la ricerca e la scelta del frammento e il suo montaggio. Il titolo, rimandando all'amato (da Sanguineti) Bela Bartok e a un lessico con chiare ascendenze matematico-scientifiche, propone e sovrappone l'idea di un piccolo universo autonomo, quello di una lingua della poesia concretamente radicata nella realtà materiale». Il primo libro di poesia di Sanguineti, viene pubblicato in rivista nel 1951 e esce, in volume, l'anno della laurea, nel 1956, a cura di Luciano Anceschi. Il titolo è "Laborintus". Questa raccolta, che anticipò l'avanguardia del nostro Paese, spiazzando critici e lettori dell'epoca per complessità e atipicità di temi, è stata ripubblicata integralmente, corredata da un commento, a cura di Erminio Risso, da Manni editore e lo si può trovare anche nel volume che raccoglie tutta la sua poesia "Il gatto lupesco" (Feltrinelli, 2002), definito «raccolta di raccolte». Un titolo curioso che deriva da un poemetto del Duecento. Così spiega la scelta lo stesso autore: «Mi pareva una specie di personificazione molto bizzarra e fantasiosa, dai tratti estremamente enigmatici, in cui potevo riconoscere quel tipo di personaggio narrante che ho cercato di costruire negli ultimi due decenni».
In quel periodo nasce anche la rivista "Il Verri" redatto da Elio Pagliarani e da Antonio Porta al quale Sanguineti collabora attivamente. Presente nell'antologia dei "Novissimi", è stato un esponente di punta del Gruppo '63, portando ai convegni del gruppo una originale teoria dell'avanguardia in chiave marxista, basata sul rapporto di ideologia e linguaggio. Insieme ad Angelo Guglielmi, è stato infatti il teorico più famoso del Gruppo che ha scosso il mondo letterario italiano negli anni Sessanta, tanto che Alfredo Giuliani nella prefazione ai "Novissimi" scriveva: «Credo che Sanguineti sia caratterizzato dall'uso intellettuale dei pensieri e dal fatto di aver saputo grandiosamente razionalizzare il paludoso linguaggio dell'avanguardia europea di questo mezzo secolo». La sua attività di scrittore ha coperto molti generi e ambiti. Ha pubblicato vari libri di poesia e altri di narrativa. Tre anni fa, Feltrinelli ha mandato in libreria "Smorfie" che raccoglie tutta la sua produzione in prosa; ha collaborato con il teatro, con adattamenti dall'Orlando Furioso e da Faust e con artisti, come Enrico Baj, musicisti, quali Luciano Berio, per il quale ha scritto vari libretti, registi teatrali, e cinematografici. Notevole è anche la sua attività di traduttore e di critico militante.
Intellettuale di rilievo, poeta, narratore, autore di teatro: è un'attività poliedrica quella del professore genovese, anche se poi, a conti fatti, Sanguineti si è sentito soprattutto un poeta e, attraverso la poesia, ha nutrito tutta la sua scrittura: «Ai miei occhi posso dare una precedenza, una sorta di posizione primaria all'attività che negli anni è stata più frequente e durevole. Parlo della poesia e quello del poeta è anche l'appellativo che usano più spesso, quando mi cercano».
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