Cultura e Spettacoli
Venerdì 18 Giugno 2010
Addio a Josè Saramago,
il Nobel controcorrente
E' morto a 87 anni l'autore del "Memoriale del convento" e del recente "Caino". Ateo, critico verso gli aspetti irrazionali delle religioni, ma anche nei confronti dello Stato di Israele, fu spesso al centro di aspre polemiche. Nato in una famiglia poverissima, riuscì ad emanciparsi grazie al linguaggio fascinoso e a storie amate in tutto il mondo. Nel '98 ottenne il massimo riconoscimento letterario.
Il mondo della letteratura piange José Saramago. Lo scrittore portoghese si è spento ieri, nella sua residenza di Tias, a Lanzarote, sulle isole Canarie, all'età di 87 anni. Grazie al suo stile narrativo, non privo di ironia e in grado di presentare eventi storici da prospettive insolite e controverse, vinse nel 1998 il premio Nobel per la letteratura con la motivazione di «aver reso tangibile una realtà fuggitiva grazie alle sue parabole, sostenute dall'immaginazione, dalla compassione e dall'ironia». Figlio di un povero contadino del Ribatejo, era nato in un paesino a pochi chilometri da Lisbona, città dove la famiglia si trasferì pochi anni dopo la sua nascita. A causa delle difficoltà economiche, Saramago fu costretto ad abbandonare gli studi e, dopo varie occupazioni precarie, trovò un impiego stabile nel campo dell'editoria. Il suo primo romanzo, "Terra del peccato", in stile realista, risale al 1947 ma, nel Portogallo di Salazar, dittatore a cui Saramago s'era sempre opposto tenacemente e dal quale era sempre stato censurato nella propria attività giornalistica, questo suo primo lavoro non venne accolto benevolmente. Nel 1969 Saramago s'iscrisse clandestinamente al Partito Comunista portoghese, riuscendo ad evitare di finire nelle mani della polizia politica di regime. Durante gli anni sessanta riscosse molto successo la sua attività di critico letterario per la rivista "Seara Nova" e per la sua prima raccolta di poesie, dal titolo "I poemi possibili". Negli anni settanta diventò direttore di produzione per una casa editrice, diresse l'edizione del giornale "Diario de Lisboa" e pubblicò diverse poesie - tra cui ricordiamo "Probabilmente allegria" (1970) -, oltre a cronache, testi teatrali, romanzi e racconti. Dal 1974 in poi, in seguito alla "Rivoluzione dei garofani" Saramago si dedica completamente alla scrittura e getta le fondamenta di quello che può essere definito un nuovo stile letterario ed una nuova generazione post-rivoluzionaria. In questi anni, Saramago pubblica il romanzo "Manuale di pittura e calligrafia" (1977) e
"Una terra chiamata Alentejo" (1980). Nello spazio di pochi anni vedono la luce altre due opere importanti, che gli varranno, oltre al successo di pubblico, numerosi riconoscimenti della critica "L'anno della morte di Ricardo Reis" (1984) e "La zattera di pietra" (1986): quest'ultima opera è dedicata all' iberismo, movimento, da lui sostenuto, che propugna l'unificazione di Spagna e Portogallo, i due paesi della penisola iberica. Il successo a livello internazionale arriverà però solo negli anni novanta con "Storia dell'assedio di Lisbona" (1989), una delle più belle storie d'amore mai scritte, il controverso "Il Vangelo secondo Gesù" (1992) e "Cecità" (1995), forse il suo capolavoro. Questi scritti - specialmente "Il Vangelo secondo Gesù", dove traspare il suo rapporto conflittuale e critico con la religione cattolica -, gli procurarono forti ostilità in Portogallo, spingendolo ad emigrare alle isole Canarie. Le critiche alla religione cattolica non mancano neanche nei suoi lavori più recenti, come in "Caino" (2009), dove José Saramago definisce il Dio della Bibbia «vendicativo, rancoroso, cattivo, indegno di fiducia». Recentemente, lo scrittore portoghese non ha risparmiato nemmeno le critiche alla politica israeliana e all'atteggiamento degli ebrei di oggi, affermando che «vivere nell'ombra dell'Olocausto ed aspettarsi di essere perdonati di ogni cosa che fanno, a motivo della loro sofferenza passata, mi sembra un eccesso di pretese. Evidentemente non hanno imparato molto dalla sofferenza dei loro genitori e dei loro nonni». Queste affermazioni gli hanno provocato accuse di antisemitismo dalla Lega per l'Anti-Diffamazione, potente associazione lobbistica ebraica per i diritti civili. Negli ultimi anni Saramago aveva anche avviato un blog e un dialogo con i lettori, nel quale di recente aveva rivolto dure critiche alla politica di Berlusconi.
(* Ispanista, traduttrice italiana di Maria Zambrano)
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