Cultura e Spettacoli
Lunedì 28 Giugno 2010
Lario, la prima "guida"
ha cinquecento anni
Presentata, a Como, una pubblicazione di metà Cinquecento, in cui gli esperti vedono il testo "precursore" di tante pubblicazioni specialistiche sui viaggi. Nel volume di Porcacchi si rileva anche la pigrizia dei decurioni della città di Como, che non seppero valorizzare neppure il loro "grande Giovio"...
Da sempre ricchi di inventiva, di doti intellettuali e raffinato ingegno, i comaschi non sembrano però sempre all'altezza sul versante della promozione del loro patrimonio. Almeno nel Cinquecento il caso fu eclatante: nonostante in territorio lariano non mancassero affatto scrittori di "cose comasche", fu un letterato aretino con il supporto di un editore veneziano, a pubblicare la prima guida turistica di Como. Si tratta dell'intraprendente Tommaso Porcacchi, vissuto fra il 1530 e il 1585, che dedicò decine di opere - curate da noti editori veneziani fra i quali i Giolito de' Ferrari - a traduzioni di classici, raccolte e florilegi di storia e geografia, e varie biografie. «L'unica città alla quale l'eclettico Porcacchi dedicò un intero libro è Como: si tratta di un'opera pregevole e particolarmente accattivante per le curiosità che la connotano» conferma la direttrice della biblioteca Chiara Milani che lunedì 28 giugno ha messo in luce l'antica vicenda in un incontro promosso dall'Associazione culturale Chiave di Volta nel locale Pane e Tulipani. «Il libro espone una storia della città, a partire dalle leggende sulle sue origini, ma è anche una descrizione del territorio con cenni al costume e all'economia, e ancora una guida geografica e turistica e un almanacco delle famiglie illustri. Un contenuto insomma, con tutti gli ingredienti per un buon successo editoriale, compreso il fatto che, come afferma l'autore, è andato a colmare una lacuna» spiega la Milani riferendo qualche ironica espressione dello stesso Porcacchi sulla pigra inettitudine dei decurioni della città di Como che non seppero valorizzare, fra altri importanti scrittori, neppure il loro «grande Giovio». Occasione che invece non si lasciò sfuggire proprio l'autore aretino che attinse a piene mani dai testi di illustri letterati lariani facendo pubblicare in "lingua toscana" a Venezia, precisamente nel 1549, una "storia di Como" che venne apprezzata e acquistata dai comaschi. Oggi, a distanza di oltre quattro secoli, lo stesso libro che è possibile leggere in edizione anastatica, ha evidentemente moltiplicato le suggestioni e i motivi di curiosità: «La guida turistica "ante-litteram" suscita ancora tanti interrogativi -ammette Chiara Milani - Forse il progetto è nato dal fatto che il Porcacchi subì lo straordinario fascino del nostro lago, o forse furono i Giolito a commissionare l'opera intravvedendo un buon affare. Ma le lodi e l'ammirazione che l'autore dedica a Como e specialmente alla bellezza del paesaggio, sembrano travalicare ogni considerazione di carattere economico».
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