Cultura e Spettacoli
Mercoledì 30 Giugno 2010
"Città della musica" al via
con un lirico Don Giovanni
"Più giovane, più teatrale": così il regista del capolavoro di Mozart che apre il festival estivo di Como, spiega l'allestimento che vede impegnati i cantanti lirici di Aslico con l'Orchestra 1813.
di Sara Cerrato
Debutto all'insegna dell'opera ma anche della teatralità e della fusione tra spazio scenico e ambiente naturale, per la terza edizione del Festival Città della Musica. Il 1° luglio, alle 21.30, a Villa Olmo, nel bellissimo parco, va in scena un capolavoro mondiale. Si tratta del "Don Giovanni" di Mozart che verrà replicato anche il 4 luglio. Sul palco, appositamente creato a nel giardino della villa, saranno protagonisti i cantanti As.Li.Co. e l'Orchestra 1813 diretta dal maestro Oliver Gooch. La regia è affidata a Stefano De Luca, che rivela: «Abbiamo voluto un "Don Giovanni" giovane, creato da interpreti freschi e dinamici, a partire dai cantanti e dai musicisti. La seconda sottolineatura riguarda l'elemento teatrale che il pubblico potrà percepire in modo notevole». Regista di prosa, di formazione strehleriana, De Luca ha lavorato, con i cantanti in modo da far emergere, in ognuno di loro le doti attoriali e non soltanto canore. «Durante le prove - spiega il regista, in accordo con il direttore d'orchestra, gli interpreti hanno lavorando misurandosi con il libretto come fosse un copione, prima ancora che con l'indispensabile strumento del musicista, la partitura. Ci siamo rapportati con lo spazio del palco, che ho voluto semplice, minimale, animato solo da veli che si muoveranno al vento, sovrapponendosi in giochi di trasparenze. Grande cura si è posta nel tratteggiare i personaggi, anche con omaggi alla Commedia dell'Arte». Il risultato dovrebbe essere un "Don Giovanni" adatto a tutto il pubblico e non soltanto agli appassionati di musica. De Luca però specifica: «Credo che anche i melomani saranno soddisfatti di questo spettacolo. Ne abbiamo parlato molto con il direttore e con i responsabili di Aslico. Ci preme fare in modo che l'insieme scenico composto da musica, canto, gesto teatrale, sia sempre chiaramente percepibile. Inoltre non credo che un maggior studio dei ruoli e delle relazioni tra i personaggi vada a discapito della musicalità. Anzi, è il contrario perché rende più immediata la comprensione di ciò che avviene in scena e dona naturalezza ad ogni gesto e ad ogni avvenimento». Va detto che questo "teatro in musica" così come è stato ideato dal regista, si adatterà anche al particolare contesto idillico in cui verrà rappresentato. «La leggerezza e la semplicità della scena - conclude De Luca, per le quali sono forse debitore al mio grande maestro Strehler, saranno vivificate dal contesto circostante, per amplificare le emozioni dei personaggi e del pubblico».
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