Cultura e Spettacoli / Como città
Lunedì 26 Luglio 2010
Il teatrino di Villa Olmo
riapra agli spettacoli
L'81% dei lettori del nostro sito ne chiedono il riutilizzo. Un nuovo sondaggio sonda il tipo di spettacoli da ospitarvi, mentre Barbara Minghetti del Sociale spiega: "Sono favorevole al recupero dello spazio, ma dopo un'attenta valutazione dei costi e dei benefici"
A quali scopi dedicarlo? Anche noi abbiamo voluto lanciare qualche idea, chiedendo poi ai lettori in internet, ma anche a Barbara Minghetti, che di teatro e di attività manageriali legate alla cultura se ne intende, un parere. Ma partiamo dai progetti o dai “sogni” che, tagli permettendo, si possono coltivare in estate. Perché non utilizzare questo spazio, che si presta anche per le proiezioni, come spazio da destinare ad incontri legati al festival del cinema di Lipari? Cinema e arte si darebbero la mano per colmare una lacuna oggi esistente. Oppure si potrebbe pensare anche di utilizzare la sala teatrale per aperitivi e incontri letterari e filosofici. Se poi si volesse dedicare lo spazio alla sua prima funzione, quella teatrale, si potrebbe pensare a ministagioni di giovani attori emergenti, oppure a cartelloni di cabaret. Insomma, alla creatività non si pongono limiti, tanto che un'altra idea per valorizzare il teatrino potrebbe essere quella di individuare una “madrina”, un'attrice che possa rappresentare degnamente il sito o perché legata al nostro territorio o perché piccola e “preziosa” come il teatro stesso. Il teatro s'ha da utilizzare e bisogna solo pensare a come farlo al meglio. Per questo, abbiamo interpellato anche un'esperta ovvero il presidente di Teatro Sociale-Aslico Barbara Minghetti. "Ho recentemente avuto modo di visitare il teatrino di Villa Olmo e convengo che si tratti di un vero e proprio gioiello, ricco di storia e di eventi culturali importantissimi. Per questo sarei contenta se venisse riutilizzato in modo adeguato al suo livello qualitativo. Come persona impegnata nell'organizzazione di eventi artistici auspico però che, prima di qualsiasi intervento, si attivi, a monte, una riflessione sulla politica degli spazi culturali nella nostra città. Solo quando, a fronte di una attenta riflessione, si sarà definita la reale necessità di utilizzare anche questo spazio in un progetto specifico, varrà la pena di pensare a qualcosa di concreto". Il parere di Minghetti è dunque attento e ponderato. "C'è anche un altro fattore da considerare - spiega ancora il presidente Aslico - Bisogna fare i conti con la ridotta capienza del teatro (neanche cento posti ndr) che ne fa un luogo per ospitare eventi di ristretta ed esclusiva fruizione. Di ciò si dovrà tener conto sia in un calcolo di costi e benefici, sia per scegliere gli eventi da allestire là. Io sceglierei solo spettacoli di altissima qualità, con interpreti preziosi che ben si adattino al contesto, per un pubblico che certo non potrà essere di massa".
Sara Cerrato
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