Cultura e Spettacoli
Martedì 03 Agosto 2010
Caprioli: "A Locarno
mi aspetto sorprese"
L'attrice Anita Caprioli, varesina di Busto Arsizio, unica giurata italiana alla kermesse cinematografica ticinese, parla in esclusiva delle sue aspettative a "La Provincia" e si dice ottimista. E stasera, alle 21.30, buio in Piazza grande, per la proiezione inaugurale, in prima mondiale, di «Au fond des bois» di Benoit Jacquot (Francia), alla presenza del regista.
Sarà numericamente meno rappresentato del solito, il cinema italiano a Locarno, ma lo sarà bene. Oltre al premio a Francesco Rosi, autore di film che purtroppo restano attuali, e a quello a Chiara Mastroianni, ci sarà in concorso “Pietro” del torinese Daniele Gaglianone. Uno dei nostri migliori registi di oggi porta il suo terzo lungometraggio (dopo “I nostri anni” e “Nemmeno il destino”), storia di due fratelli di periferia senza nomi noti nel cast. Ancora ci sono il ricordo di Corso Salani, amico di lunga data del festival scomparso improvvisamente a giugno, e il cortometraggio d'esordio di Valeria Golino, “Armandino e il Madre”. In più una giurata cresciuta a Busto Arsizio, Anita Caprioli, interprete di “Si può fare”, “La guerra di Mario”, “Sacco e Vanzetti” e “Non pensarci”. L'attrice ci ha raccontato le sue emozioni e le sue aspettative alla vigilia del Festival.
“Non è la prima volta che sono in una giuria internazionale – spiega Caprioli – Lo ero già stata a Montreal nel 2006 ma sono felice di essere stata chiamata. Ero già stata a Locarno anni fa da spettatrice. Lo ricordo interessante, dinamico, giovane, pieno di cose. È difficile parlarne prima, ma dal programma mi sembra un'edizione molto vitale, molto bella. Sono contenta di essere stata scelta per giudicare i Cineasti del presente dove sono tutte opere prime e seconde”.
Cosa si aspetta dall'esperienza di giurata?
“Stare in una giuria è sempre una condizione privilegiata. Si ha la possibilità di vedere in pochi giorni tanto cinema proveniente da tanti paesi diversi, un programma variegato per culture, per storie e per modi di raccontarle. Un privilegio che di solito non capita. E io prima di essere un'attrice sono una spettatrice e un'appassionata di cinema. Sono sicura che sarà un'esperienza bella”.
Sarà anche la possibilità per aprirsi a una carriera internazionale?
“Non chiudo mai i confini a nulla, questo è un lavoro che tiene aperti. Durante l'invero ho girato un film brasiliano, “Meu pais” di Andre Ristum e mi piace l'idea di poter collaborare con strutture e culture diverse dalle nostre. Ogni cinematografia è segnata dalla cultura di quel paese e sono convinta che gli scambi siano sempre positivi. Ci vado soprattutto per vedere i film, però ci saranno anche possibilità di incontrare persone”.
Nel resto del programma, al di fuori del suo concorso, c'è qualche film che vuole vedere?
“Spero di avere tempo per vedere anche gli altri film. Vorrei vedere più film che posso, magari anche della retrospettiva Lubitsch!”.
(Estratto dall'intervista esclusiva a "La Provincia", pubblicata nell'edizione del 4 agosto)
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