Cultura e Spettacoli
Lunedì 16 Agosto 2010
Comasco sulla via
di Olaf il vichingo
Con la troupe di Radio Rai, anche Paolo Tosco, socio dell'associazione Iubilantes. Ecco, per i lettori de "La Provincia", il diario di quell'esperienza nel cuore della Norvegia, nel più nuovo e giovane dei percorsi tra fede & storia. Cliccate i link per saperne di più.
Quando qualche mese fa ricevetti la telefonata di Ambra Garancini, presidente dell'associazione comasca "Iubilantes" di cui sono socio, nella quale mi veniva proposto un pellegrinaggio in Norvegia, ammetto di aver provato un misto di curiosità e smarrimento. Avevo pensato molte volte al grande Nord, con tutti quei luoghi comuni che inevitabilmente sorgono in un viaggiatore mediterraneo; il mito dell'efficienza, dell'algidità della gente nordica, dell'austerità e severità dei costumi, della discrezione del culto protestante, della natura maestosa e dell'eterna lotta, sanguigna ma piena di rispetto, degli uomini che la abitano e che la vogliono dominare.
È difficile stabilire con precisione assoluta, poche settimane dopo il rientro in Italia, quante (e quanto) di queste aspettative abbiano trovato riscontro. Più semplice è tentare di comunicare la sorpresa, a trecentosessanta gradi, che un viaggio di questo tipo è in grado di offrire a chi accetta di affrontarlo con il giusto spirito. La prima sorpresa è stata Oslo, una città si pulitissima e ordinata, assolutamente a misura d'uomo, priva però di quella freddezza inamidata che sarebbe facile da immaginare. Una metropoli (secondo gli standard norvegesi; supera di poco il mezzo milione di abitanti) dinamica e vitale, calda e piena di attività soprattutto sportive. In Oslo si fondono più che mai le due identità culturali principali norvegesi, quella della tradizione vichinga e quella incarnata dai grandi uomini di arte e di cultura dell'ottocento, da Ibsen, a Bjornson, a Munch. Oslo probabilmente incarna al meglio, insieme a Bergen e a Trondheim, la realtà urbana norvegese. Ma la vera dimensione in cui questo paese si offre al pellegrino è quella rurale, dei piccoli centri, delle campagne e della natura più profonda. Consapevole di questa verità ho voluto seguire le orme di Olaf II Haraldsson, prima capo vichingo, poi re di Norvegia, dichiarato santo e martire dalla chiesa cattolica, alla volta di Trondheim, l'antica Nidaros, dove si dice riposi il suo corpo. La missione di Olaf, figura assai controversa, era convertire il popolo norvegese (sospetto con persuasione vichinga) e per fare questo scelse una strada che, con poche varianti, costituisce ancora oggi il modo più diretto e rapido per attraversare il cuore della Norvegia senza seguire la costa. Un percorso che mette a contatto con le realtà culturali più intime e profonde di un popolo sorprendentemente allegro e rilassato, anche se certo non esuberante, e con una natura amata qui come forse in nessun altro luogo d'Europa. Questo cammino attraverso una delle nature più selvagge e floride del nord europeo si è rivelata una immersione graduale, progressiva, che dalle incantevoli campagne a nord di Oslo ha trasformato il paesaggio a poco a poco, in atmosfere più semplici ed essenziali, fino al lago "Mjosa", il più grande della Norvegia, limite oltre il quale i pendii delle colline prendono a farsi ripidi, le vallate strette, e ai campi si sostituiscono i pascoli. A sua volta questo paesaggio montano si trasforma, da Dombas a Oppdal, in un sistema incredibile di altipiani spazzati dal vento, maestosi e suggestivi, per poi tornare ad addolcirsi in boschi fitti e piccole colline, fino a disfarsi del tutto nel mare sotto le guglie del duomo di Nidaros.
Un pellegrinaggio giovane, ancora in fase di riorganizzazione soprattutto per quanto riguarda il supporto logistico e la correzione della segnaletica, a volte non del tutto chiara, dove si incontrano siti archeologici e luoghi legati alla tradizione. La volontà dei norvegesi, cattolici e non, di valorizzare il percorso e i luoghi da esso attraversati, è evidente, ma come si può immaginare quando si parla di realtà poco abituate al turismo, ci sono attualmente alcuni ovvi - ma superabili - disagi. È opportuno inoltre ricordare a chi conosce altre realtà di pellegrinaggio come per esempio Santiago de Compostela, che si tratta di un cammino con un'affluenza ancora decisamente bassa (circa cinquanta pellegrini in un anno). A chi desidera tentare l'impresa o anche solo saperne di più, è opportuno raccomandare un buon sito di riferimento: quello che i miei compagni di viaggio ed io abbiamo utilizzato è stato http://www.pilegrim.info,purtroppo non in italiano (ma disponibile in inglese, lingua indispensabile in Norvegia), curato direttamente dal personale che si occupa della manutenzione del tracciato.
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