Cultura e Spettacoli
Martedì 17 Agosto 2010
Addio al fisico Cabibbo
Casati: "Meritava il Nobel"
Il professore comasco tratteggia un ricordo del collega morto lunedì a Roma, a 75 anni. Nel 2008 era il favorito all'assegnazione, ma il riconoscimento gli fu negato dal comitato di Stoccolma, forse per ragioni ideologiche.
Nicola Cabibbo, uno dei fisici italiani più conosciuti a livello mondiale - le sue teorie sono stampate in tutti i libri di fisica - è morto lunedì a Roma all'età di 75 anni. Poco più di una settimana fa, il Centro internazionale di fisica teorica gli assegnava il Premio Dirac, diviso con Ennackal Chandy e George Sudarshan, della Texas University, per le loro ricerche volte alla comprensione dell'interazione debole e ad altri aspetti della fisica teorica. Il Dirac, una sorta di Nobel per la fisica, sembra una ricompensa per quel Premio Nobel mai arrivato, nonostante una carriera più che brillante.
Nel 1961, giovanissimo, scrisse con Raoul Gatto un articolo sulla rivista Physical Review, che i colleghi definivano come una sorta di "Bibbia", in quanto conteneva i calcoli teorici di tutte le sezioni d'urto dei processi di fisica delle particelle allora ipotizzabili. Due anni più tardi, scrisse quella che, nel 2006, venne valutata come la pubblicazione più citata di tutti i tempi: un articolo sull'introduzione dell'angolo di Cabibbo, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, l'articolo che lo rese famoso in tutto il mondo. La lunga carriera lo porterà al Cern di Ginevra, a Berkeley e alla Harvard University, per poi fare ritorno in Italia, prima all'Aquila e infine nella sua città natale. Il professor Giulio Casati - uno dei più importanti fisici italiani, vincitore del Premio Fermi nel 2008 e del Premio internazionale per la Fisica nel 2010 - direttore del Centro Sistemi Complessi presso il polo insubrico comasco, lo ricorda così: «sebbene non avessimo mai lavorato insieme - lui si occupava di alte energie - lo ricordo come una persona gentilissima, dal tono basso, che non amava mettersi in mostra» e, a proposito del premio negato «il Nobel lo meritava ampiamente, ma non ha fatto alcun tipo di polemiche», sebbene si dice sia stato molto amareggiato per l'esclusione, che nel 2008 ha visti premiati Yoichiro Nambu (giapponese naturalizzato americano) e i giapponesi Makoto Kobayashi e Toshihide, per le loro scoperte basate sulle teorie del fisico italiano. Nobel a parte, i premi assegnati a Cabibbo sono moltissimi, fra i quali il Premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica nel 2003, la Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza e cultura nel 1998 e il riconoscimento di Cavaliere di Gran Croce nel 1993.
Cattolico convinto, Cabibbo dal 1993 era presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, della quale faceva parte dal 1986; spesso è intervenuto sul tema del rapporto tra scienza e fede e, in particolare, nel complesso dibattito sulla teoria dell'evoluzione e la sua compatibilità con la creazione divina. Sosteneva che «oggi tra gli scienziati cattolici è chiarissimo che si può benissimo credere nell'evoluzionismo e nella Creazione (non nel creazionismo). Dire il contrario è come sostenere che la Terra è piatta o il Sole si muove perché così diceva la Bibbia».
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