Cultura e Spettacoli
Mercoledì 18 Agosto 2010
L'Angelo dei romani?
Comasco da 400 anni
Ercole Ferrata scolpì l'emblema alato che dà il nome a Castel Sant'Angelo. L'artista, originario di Pellio Inferiore, dov'era nato nel 1610, divenne uno dei protagonisti del Barocco. Ecco come lo ha ricordato il professor Andrea Spiriti, alla conferenza promossa dall'Appacuvi.
Una conferenza dello storico dell'arte Andrea Spiriti, tenuta venerdì scorso all'oratorio di Santa Maria del fiume a Pellio Inferiore, ha ricordato la figura di Ercole Ferrata a quattrocento anni dalla nascita. L'incontro promosso dall'associazione culturale Appacuvi ha inoltre fatto il punto sulle celebrazioni previste in onore dello scultore intelvese tra i massimi esponenti del barocco romano al quale sarà dedicata una mostra in autunno a Como, nelle sale della Pinacoteca, che renderà omaggio anche a Carlo Innocenzo Carloni (Scaria d'Intelvi, 1686ca-1775), straordinario pittore attivo in residenze nobiliari, castelli, chiese tra l'Austria, dove lavorò per il Castello del Belvedere a Vienna, la Germania, Praga, Brescia, Lodi, Como e Monza.
Tra le chicche in mostra di Ercole Ferrata ci saranno le uniche opere presenti sul territorio conservate al Museo diocesano di arte sacra di Scaria in valle d'Intelvi. Si tratta di una collezione di otto piccole statue in legno d'olivo che rappresentano la "Madonna col Bambino" e alcuni santi tra cui san Pietro con tanto di chiavi del Paradiso, sant'Andrea e san Giacomo. In esposizione ci saranno anche il ritratto dello scultore e una serie di foto di grande formato di Ernesto Palmieri che riprendono le opere dell'artista sparse per l'Italia. Ercole Ferrata (Pellio Inferiore, Como, 1610- Roma 1686) dopo un breve apprendistato con il maestro Tommaso Orsolino a Genova lavorò a Napoli nella cerchia di Cosimo Fanzago, in Abruzzo nella chiesa di Santa Maria di Roio allo straordinario altare maggiore, e a Roma dove aveva una bottega in cui si formarono generazioni di scultori, come Camillo Rusconi e Giuseppe Mazzuoli, e collaborò con Gianlorenzo Bernini e Alessandro Algardi fino ad affermarsi conquistando un ruolo di prim'ordine. Tra le sue opere nella città eterna spiccano all'interno della chiesa di Sant'Agnese in Agone, in piazza Navona, la statua marmorea di Sant'Agnese sul rogo (1660) che emerge con i panneggi dalle fiamme dalle quali uscì indenne, e la pala con la "Lapidazione di Sant'Emerenziana". Sotto la guida di Gianlorenzo Bernini lo scultore comasco realizzò il celebre "Angelo con la Croce" sul ponte di Sant'Angelo e l'elefante con l'obelisco di fronte alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Il ponte che univa la Roma laica e quella religiosa, sottolineava il ruolo degli angeli, intermediari tra Dio e gli uomini, nella "Via Crucis" di grande impatto senza precedenti nella storia dell'arte. Gli angeli con i simboli della Passione di Cristo, che appaiono quasi sospesi sul fiume, accompagnavano i pellegrini seicenteschi durante il cammino di meditazione spirituale. Di Ercole Ferrata si ricorda anche la statua di Santa Caterina realizzata per la cappella Chigi nel duomo di Siena. Tra le celebrazioni in omaggio allo scultore intelvese, patrocinate dal Comune di Pellio Intelvi e promosse dall'associazione culturale Appacuvi, è previsto un convegno di studi organizzato sotto la direzione scientifica del professor Andrea Spiriti dell'Università dell'Insubria all'inizio del 2011. Ancora viva è la memoria di Ercole Ferrata a Pellio Inferiore dove si trova la casa natale dell'artista che con i suoi lasciti istituì la prima farmacia e condotta medica della valle d'Intelvi a favore della popolazione e ampliò la chiesa della Madonna del Fiume nella località di Garello.
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