Cultura e Spettacoli
Venerdì 03 Settembre 2010
Murat Somer: "Così
trasgredisce la Turchia"
Lo scrittore, "padre" dell'investigatore transessuale più celebre della letteratura, era ieri a Milano: lo abbiamo incontrato per avere un'anteprima della conversazione che terrà a "Parolario", il 6 settembre.
Censura e tolleranza, la sfida del futuro nella Turchia moderna passa anche dalle pagine dei libri. Se ne è parlato proprio ieri al festival letterario «Parolario» di Como e l'argomento sta a cuore anche a Mehmet Murat Somer, il "papà" dell'investigatore più trasgressivo della letteratura noir: il transessuale di «Scandaloso omicidio a Istanbul» (Sellerio), che torna ora in azione nel freschissimo «Gli assassini del profeta» (Bompiani).
«Non vorrei dare un giudizio troppo duro - osserva lo scrittore turco, 57 anni, innamorato dell'Italia che sarà domenica a Milano per Mito (ore 17, sede Amici del Loggione del Teatro alla Scala) e lunedì al festival lariano (ore 17.30, piazza Cavour, ) - ma trovo che la censura sia aumentata. Non è la stessa di vent'anni fa, ha cambiato forma: ora siamo più liberi di trovare informazioni grazie a Internet e sappiamo ciò che accade nel mondo grazie alla tv satellitare. Abbiamo accesso alla pornografia che prima era vietata. Ma far sentire la propria voce su determinati argomenti politicamente sgraditi a una parte o all'altra non è consentito e si finisce in tribunale». Murat Somer, che da tempo si batte per i diritti civili, passa agli esempi concreti: «Un tabù che per fortuna si è un po' allentato negli ultimi tre anni è che non si poteva criticare l'esercito e i militari. Ed è tutt'oggi vietato dalla costituzione parlar male di Atatürk il fondatore della nazione, siti internet che hanno provato a farlo sono stati immediatamente chiusi». E aggiunge: «sono in atto processi di cambiamento attraverso referendum, ma i tempi sono lunghi». A fronte di questo scenario preoccupante c'è l'immagine di una Turchia aperta, tollerante, moderna perfino un po' frivola proposta dai gialli Murat Somer, attraverso la particolarità dei protagonisti (transessuali e travestiti ritratti fuori dai facili stereotipi) e degli ambienti (locali notturni, discoteche, case di lusso). Nella prima avventura lo Sherlock Holmes in minigonna prendeva di petto gli intrallazzi della politica con una vicenda che ha fatto venire in mente il caso Marrazzo («Me l'avevano fatto notare alcuni lettori, è un caso di cui si è parlato anche in Turchia»), ora tocca al fondamentalismo religioso combinato con scene hot.
«Non mi prendo gioco della religione o dei fondamentalisti - osserva - semplicemente racconto di come agiscono le menti perverse che nel libro sono responsabili degli omicidi. Le loro azioni non hanno nessun tipo di giustificazione sono solo folli, è questo il bello di scrivere romanzi polizieschi, permette i tuffarsi nelle parti più scure di ognuno di noi». E aggiunge: «Mi rendo conto che sono argomenti molto delicati in alcuni Paesi, ma sono convinto che a poco a poco questi temi vadano affrontati. Con i miei romanzi cerco di farlo in maniera sottile e leggera».
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