Cultura e Spettacoli / Como città
Lunedì 06 Settembre 2010
Gli almanacchi e i sussidiari
nel 1923 parlavano in dialetto
Mentre la scuola del 2010 protesta contro la riforma Gelmini, nel ventennio Gentile portò nelle elementari i libri regionali. A Como alcune rare copie dei libri per gli scolari
L'apertura del nuovo anno scolastico si avvicina - per qualcuno è già cosa fatta, per tutti è stata preceduta dalle polemiche sulle ultime novità della riforma Gelmini, riportate da tutti i giornali - mentre continua a incidere pesantemente sui bilanci delle famiglie la spesa per i testi scolastici, soprattutto per quanto riguarda le scuole secondarie. Restando nel campo dei manuali scolastici vorremmo occuparci di una particolare pubblicistica scolastica, quella degli Almanacchi regionali, che in passato ha vissuto una breve, ma fortunata stagione.
È nel primo ventennio del Novecento che nel campo dell'educazione inizia a manifestarsi una forte idea regionalistica, avversata dai programmi scolastici postunitari, che annette una grande importanza alla cultura regionale e la considera il punto di partenza per fondare l'unità linguistica e culturale dell'Italia. Principale sostenitore di questa concezione è stato Giuseppe Lombardo Radice, artefice dei programmi per la scuola elementare contenuti nella Riforma Gentile, che nel 1923 riordina l'intero sistema scolastico.
Alcune novità di questi programmi sono proprio lo studio della regione in cui vivono gli scolari e l'uso didattico del dialetto, con la pratica della comparazione tra dialetto e italiano (temi oggi cari alla Lega).
Nella riforma dell'insegnamento elementare viene quindi prescritta l'adozione di un nuovo testo, diverso per ciascuna regione, uguale per tutte le classi, dalla terza alla quinta, a cui si affianca il Libro per gli esercizi di traduzione dal dialetto.
Fino al 1925 viene pubblicata una notevole quantità di Almanacchi delle diverse regioni d'Italia e Libri di traduzione dal dialetto. Tuttavia, ben presto, le sempre maggiori ingerenze della politica fascista nel mondo dell'istruzione troncheranno questa esperienza che si rivelava pericolosa per il disegno nazionalista maturato dal regime.
Nel Fondo Scuola dell'Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta di Como, si trovano tre almanacchi regionali relativi alla Lombardia che sono quasi una rarità. Questi volumi pubblicati in forma di almanacco "per mantenerli di gusto popolare", sono quindi suddivisi in sezioni corrispondenti ai dodici mesi dell'anno, con una serie di rubriche fisse: la descrizione delle caratteristiche climatiche del mese in questione, spesso accompagnata da filastrocche, poesie e proverbi sull'argomento, le "operazioni agricole da effettuarsi", il "Calendario storico nazionale" (o "effemeridi della Nazione") cioè una sorta di elenco delle maggiori ricorrenze di interesse storico e civile, riguardanti sia la Lombardia che il territorio nazionale (come le date di nascita e morte di personaggi illustri e le date dei principali avvenimenti storici accaduti in quel determinato mese), le feste religiose e le più importanti fiere regionali, i proverbi spesso in dialetto. La parte più specifica di "cultura regionale" contiene una serie di notizie storiche e geografiche della nostra regione, con l'ausilio di descrizioni di escursioni e viaggi nel territorio, dove sono naturalmente menzionate anche le attività produttive, le usanze e le tradizioni.
Come si vede anche dalle copertine di due almanacchi, in cui è raffigurato il duomo di Milano, predominano le pagine dedicate alla città capoluogo di regione, mentre per quanto ci riguarda più da vicino, ad esempio in Lombardia vi è una parte relativa a Como inserita nella sezione di aprile, dove viene indicato una sorta di percorso turistico, con aneddoti vari, che parte dal "cuore" di Como, piazza Cavour. Seguono una poesia in dialetto comasco di Federico Piadeni (Frico) dedicata al Baradello e una suggestiva descrizione della fiera pasquale, che è anche una sorta di spaccato di vita locale. Nel volumetto Insubria viene rappresentata l'intera provincia (che includeva anche il lecchese e il varesotto) e la descrizione è più geografica e storica; e quando ci si sofferma sulle caratteristiche della gente comasca emerge una curiosità che la dice lunga sulla "parsimonia" dei comaschi: «La sua popolazione economa e lavoratrice ha una percentuale di depositi alle Casse postali ed alle Casse di risparmio superiori a quella di ogni altra città dell'Alta Italia».
In tutti gli Almanacchi è notevole lo spazio riservato alle indicazioni di carattere igienico- sanitario e sportivo-salutistico. Sono precetti e consigli che se ora appaiono superflui, ai tempi sicuramente necessitavano di essere diffusi, soprattutto tra i ceti più bassi, come del resto i consigli di tipo pratico e morale; tant'è che questi almanacchi erano considerati un utile mezzo per fornire informazioni e consigli anche agli adulti.
È compresa in questa raccolta un'altra chicca: un libretto di Esercizi di traduzione dal dialetto milanese per la terza classe elementare con una serie di brevi storielle, filastrocche, proverbi e massime popolari.
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