Cultura e Spettacoli
Venerdì 10 Settembre 2010
Musica ed emozioni
nel nome di Faber
Un piazzale strabordante di pubblico, giovedì 9 settembre a Campione d'Italia per Cristiano de Andrè. Un'attesa forte perché, come è risultato chiaro in questi undici anni, Fabrizio morendo non ha lasciato solo il figlio, Luvi e Dori: in tanti si sentono orfani della sua lucidità, delle sue parole, della sua voce caldissima e anche dei suoi concerti
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Come quando si confrontava con il pubblico. Cristiano ha ricordato quando se ne stava al mixer di sala, negli anni della contestazione: “A ogni fischio rispondeva con un pistolotto di venti minuti per confrontarsi con il contestatore.
Ma una sera, a Cantù, non lo fischiava nessuno. Allora l'ho fatto io e lui, non riconoscendomi nel buio, mi ha fatto la predica. Non gliel'ho mai confessato”. Intanto sfilano “'A cimma”, “Ho visto Nina volare”, “Don Raffaè”, ed è un tripudio. Per “Se ti tagliassero a pezzetti” De André si alza in piedi, marcando la differenza di approccio: arriverà perfino a buttarsi in terra brandendo il microfono, come Springsteen, totalmente spiritato nella “Smisurata preghiera”. Tra i momenti più intensi “Verranno a chiederti del nostro amore”, “Creuza de mä” e una sofferta “Amico fragile”. Le composizioni “coetanee” di Cristiano, “La canzone di Marinella” e “Bocca di rosa” tra i i tre bis richiesti a gran voce e concessi con generosità fino a un liberatorio “Pescatore” e una definitiva “Canzone dell'amore perduto” che unisce tutti in un ideale abbraccio.
Alessio Brunialti
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