"Ragazzi, seguite il vostro talento"

Tommaso Lipari, artista: "Troppi giovani trascurano la loro creatività per paura"

b.faverio

Ha venticinque anni, l'età in cui, di solito, alla fine degli studi, (se va bene) gli altri ragazzi cominciano a guardarsi intorno per un ingresso nel mondo del lavoro sempre meno facile e a volte precario. Invece lui ha scelto la strada dell'arte, affrontando questo percorso irto d'ostacoli con uno slancio che - a suo dire - non può reprimere. Sarà per questo che, da videomaker, ha già raccolto importanti soddisfazioni e ora, come artista figurativo, sta vivendo esperienze significative. Si parla di un comasco doc, Tommaso Lipari, in queste settimane impegnato in una trasferta newyorkese che segue una mostra estiva realizzata a Mosca insieme ad altri talenti emergenti. Approfittando di questa opportunità, organizzata, nella metropoli statunitense, dalla galleria milanese Studio Maffei, abbiamo cercato Tommaso per un ritratto e per capire cosa spinga un giovane oggi a seguire il proprio talento, senza timori o scelte di ripiego. «Se devo spiegare la mia scelta - afferma Lipari Jr. - non posso fare altro che motivarla con l'istinto irrefrenabile al creare e al comunicare che ha sempre contraddistinto tutte le mie scelte. Fin da quando, nel 2000, realizzai il primo video (si intitolava "Via" e fu seguito, a breve distanza da "Banditi" ispirato ai writers clandestini e poi da "Le grotte del formaggio" entrambi premiati e trasmessi da "Screensaver", come preludio ad una attività intensa degli anni successivi ndr), non feci altro che seguire l'ispirazione che non può essere repressa. Proprio per questo, in seguito, ho continuato a sperimentare sia nel campo del video che poi in quello più propriamente artistico e figurativo che mi vede ora impegnato a New York». Insomma, per Tommaso Lipari non c'è stato bisogno di scelte tormentate, in quanto ha prevalso il desiderio di seguire un talento. Ora, nella mostra allestita a Broadway, in cui le opere dell'artista comasco sono esposte insieme a quelle di altri tre colleghi italiani, il pubblico potrà visionare tre lavori di piccolo, medio, grande formato. Si tratta di realizzazioni diverse che testimoniano un altro aspetto del loro “creatore”. «Sì - afferma ancora il giovane artista - una delle mie caratteristiche è il fatto di non essere ancora incasellabile in nessuno schema linguistico preciso. I miei lavori sono davvero eterogenei, anche se, volendo, possiamo trovare dei tratti comuni nel gusto per il figurativo e per la manualità artigianale. Nel tempo ho riscoperto inoltre l'amore per l'architettura. Saranno gli studi compiuti all'Istituto statale d'Arte di Cantù dove mi sono diplomato, che tornano a galla e mi spingono a creare, nelle mie istallazioni, degli scorci prospettici ed effetti trompe l'oeil». In effetti, anche le realizzazioni per la mostra nella Grande Mela mettono insieme delle sagome in pvc tagliato a mano («non amo l'effetto troppo perfetto del taglio con strumenti di precisione - dice Tommaso - voglio recuperare il segno del lavoro fatto con le mani»), a effetti spaziali che inquadrano e suggeriscono delle storie. «Forse sarà il mio gusto per il raccontare, quello stesso che mi ha portato, a quindici anni a scegliere la tecnica della narrazione attraverso il video. Se è vero che ho un po' abbandonato quella strada, anche a causa del proliferare delle tecnologie che permettono a tutti di filmare, mettendo anche a rischio l'originalità del linguaggio artistico, certamente l'amore per l'immagine unita a un racconto non mi abbandona e rispunta fuori quando meno me l'aspetto». Che il cinema resti un punto fermo almeno nella “memoria” di Lipari jr. lo dimostra anche una delle opere “americane”: un omaggio a <+G_CORSIVO>Metropolis <+G_TONDO>di Fritz Lang. «Per me è anche un modo di rendere omaggio alla città che mi ospita e poi quel film è una inesauribile fonte di ispirazione e di spunti per riflettere anche sull'attualità. In questo lavoro ho utilizzato soprattutto la tecnica fotografica, per la quale scelgo la macchina analogica e non quella digitale. La foto è solo il primo passo cui fa seguito un'interazione con innesti in pvc per un risultato che vuole essere un riflesso del mio subconscio e nello stesso tempo una sollecitazione all'immaginario di chi guarda». Che sia foto o installazione aerea o altro, un tratto comune c'è: la figura. «Sono convinto - concorda Lipari - che l'arte debba comunicare qualcosa e il riferimento alla figura è, per me, importante. Trovo ispirazione anche nell'arte “popolare” dei fumetti e i miei punti di riferimento attuali sono Andrea Pazienza e il meraviglioso illustratore Fabian Negrin, mio vero e proprio mentore». Tornando alle radici dell'ispirazione, non si può fare a meno di confrontare un percorso personale e creativo come quello di Tommaso Lipari, con la situazione di difficoltà di molti suoi coetanei. «Questa chiacchierata - commenta l'artista - mi dà l'occasione di lanciare un semplice messaggio ai miei coetanei. Sia che sentano in sé talento artistico sia che siano portati ad altri campi, devono seguire la propria strada, senza farsi spaventare. Vedo che, anche nel mio mondo, molti, in questo periodo indietreggiano, sconfortati, rispetto alla creatività. È un errore da non fare. Io, per esempio, alla fine realizzo i miei progetti quasi a costo zero. Certo, è vero, le bollette ci sono per tutti, ma bisogna anche saper liberare la propria forza creativa. I risultati poi verranno». Molti potrebbero “malignare”, attribuendo il successo di Lipari Jr a spinte e agganci familiari (il padre è il regista comasco Paolo ndr). «So di avere alle spalle una famiglia straordinaria e me ne rendo sempre più conto - sorride Lipari - ma non certo per le raccomandazioni! Io e i miei fratelli abbiamo sempre avuto come humus la creatività e il fervore dei miei (la madre è Cristina Quadrio di Fatamorgana ndr). Siamo cresciuti tra libri e arte e per questo abbiamo trovato la nostra strada. Mi piacerebbe, un giorno, creare qualcosa di bello con i miei fratelli. Non ho ancora le idee chiare ma qualcosa nascerà di sicuro da quello straordinario potenziale che è la mia famiglia».

Sara Cerrato

Cultura e Spettacoli

Lunedì 13 Settembre 2010

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