Cultura e Spettacoli / Como città
Martedì 21 Settembre 2010
Finardi: "Vorrei a Como
I cavoli a merenda"
Il cantautore, reduce dal Moa, vorrebbe portare a Como e in provincia il suo spettacolo teatrale, realizzato con Carlo Boccadoro
COMO - Anticonformista, indipendente, coraggioso: Eugenio Finardi ha rinunciato all'immagine cristallizzata del cantautore che macina album e tour sforzandosi di scrivere nuovi pezzi "mentre alla fine il pubblico vuole ascoltare sempre le stesse vecchie canzoni".
Era al Moa di Cernobbio per parlare di un altro artista che non aveva paura di mettersi in gioco, Giorgio Gaber, e per presentare una sua scoperta, Roberta Di Lorenzo per la quale ha prodotto e pubblicato l'album L'occhio della luna, candidato al Premio Tenco.
Un periodo denso di attività che prelude a una nuova avventura teatrale: “Mi piacerebbe portarla anche a Como, in teatro - racconta - e non solo, anche in provincia. Anche il nuovo spettacolo con Carlo Boccadoro, che sarà Alla Scala in gennaio, I cavoli a merenda, vorrei proporlo al Sociale.
Conosco Aslico, ero al convegno su Gaber con Barbara Minghetti: penso che attività come Opera domani siano qualcosa di bellissimo”.
E Roberta ha appena cantato “Non insegnate ai bambini” di Gaber.
Penso che la sua sia una voce che mancava nella musica italiana. Sa cogliere sfaccettature dell'animo femminile che nessun Finardi, nessun Ruggeri, nessun Fossati saprebbe rendere in una canzone.
Produttore, discografico, interprete di fado portoghese, di brani classici, di blues, di canzoni di Vladimir Vysotsky, un Finardi sempre più sfaccettato...
Essere un cantautore di successo è un po' come vincere al Superenalotto ovvero una grande fortuna e una piccola tragedia. Finisce che canti sempre gli stessi pezzi. Io, anche se mi voglio bene, non voglio cantare sempre e solo Finardi.
Un bel rischio.
Sicuramente, ma il pubblico mi ha seguito. Ad esempio nel progetto Anima blues proponevo un intero concerto senza neppure un mio successo. Ma la gente si è lasciata trascinare dalla forza di questi brani, che erano poi quello che cantavo all'inizio. Vysotsky diceva “Trova il punto estremo e sappilo varcare e vedi di spostare l'orizzonte!”.
Quindi bisogna aspettarsi l'inaspettato dal futuro?
Oltre alla collaborazione con Boccadoro, che è indubbiamente il più grande conoscitore di musica, di tutte le musiche, che io abbia mai conosciuto nella mia vita, uscirà anche un libro per Rizzoli e poi... a furia di non “fare Finardi” mi è tornata la voglia, dopo dieci anni, di “essere Finardi” e quindi sto scrivendo nuove canzoni per il piacere di farlo e so bene come sarà il prossimo disco, un disco di Eugenio Finardi.
Alessio Brunialti
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