Cultura e Spettacoli
Mercoledì 06 Ottobre 2010
L'Italia e il Nobel,
le occasioni perse
Il 7 ottobre si assegna il massimo riconoscimento per la letteratura. Fulvio Panzeri, critico de "La Provincia", e tra i più autorevoli critici italiani, riflette sulla difficoltà - per la nostra letteratura - di accedere al riconoscimento.
Oggi viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura. Da anni, l'ultimo era stato, a sorpresa, Dario Fo, uno scrittore italiano non viene insignito dal prestigioso premio. Una domanda però è d'obbligo: la letteratura italiana di oggi ha un nome davvero importante che possa concorrere al Nobel? I bookmakers inglesi puntano sullo scrittore keniota Ngugi wa Thiong'o, ma nelle loro quotazioni è in forte ascesa anche un narratore italiano, Antonio Tabucchi, dato 10/1. Ottimo scrittore Tabucchi, ci sembra decisamente eccessivo per un Nobel, come non si vedono altre grandi possibilità nell'ambito di casa nostra, sia sul fronte della narrativa, sia su quello della poesia. Gli scrittori italiani vendono bene, fanno clamore, si dedicano ormai soprattutto alla narrativa di genere (giallo e romanzo storico soprattutto), però non hanno più la forza della grande letteratura e soprattutto mancano di un respiro ampio, che alla bravura nello scrivere, aggiunga un'impianto etico e la capacità di sfidare e interrogare la realtà. È vero che gli accademici svedesi negli ultimi anni hanno premiato scrittori defilati, ma quando hanno colpito "giusto" hanno senz'altro posto all'attenzione internazionale scrittori il cui valore va oltre la letteratura stessa. Del resto le occasioni, per l'Italia, come spesso avviene per il Nobel, sono state bruciate: per anni abbiamo sperato in Mario Luzi, ma è morto senza quest'onorificenza. Un nome ora ci sarebbe: quello di Claudio Magris, la cui etica della letteratura e quella forte tensione tra critica e narrativa che caratterizza la sua opera, gli garantirebbero il merito di un premio così importante.
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