"Chi ha paura muore"
Ayala diventa attore

Domani sera all'Auditorium di Campione d'Italia lo spettacolo voluto dal magistrato per ricordare l'impegno di Falcine e Borsellino

CAMPIONE D'ITALIA - Ci sono storie che segnano il Paese in cui si verificano e che devono costantemente essere raccontate, perché si mantengano vive nella memoria dei cittadini. Tra queste certamente spicca la drammatica  ma per molti versi esemplare vicenda di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati che, con tutto il pool antimafia segnarono un momento epico della lotta alla mafia in Italia. A loro e soprattutto alla infernale macchina che volle fermarli, è dedicato lo spettacolo teatrale “Chi ha paura muore ogni giorno” che va in scena, domani sera, alle 21, all'auditorium “Monsignor Baraggia” di Campione d'Italia, per il primo appuntamento con la rassegna Passioni d'autore (biglietti a 15 euro, info: 004191/649.50.51 e  www.campioneitalia.com). Protagonista e “testimone”, come vuole essere definito lui stesso, dello spettacolo, sarà il magistrato e politico Giuseppe Ayala, che, qui nelle vesti insolite di narratore, si cimenta in un monologo di memoria ed impegno, tratto dal suo omonimo libro.
Perché uno spettacolo teatrale sulla storia di Falcone, Borsellino e del pool antimafia?
Non amo la parola “spettacolo”, perché credo che non si addica a questo lavoro. Vorrei che fosse definito, piuttosto una “narrazione”, con la quale ripercorro, sulla scena, come già nelle pagine del mio libro, anni terribili ed entusiasmanti insieme, terminati in modo tragico,non solo per la morte di Giovanni e di Paolo, che conoscevo e stimavo come amici oltre che come colleghi validissimi, ma perché a spezzare il sogno di quella lotta contro la mafia non fu solo la mafia stessa…
Dunque, nel suo percorso a ritroso, lascerà spazio ai tanti risvolti oscuri che  vedrebbero gli attentati contro Falcone e Borsellino come opera di parti deviate delle istituzioni?
Certamente. L'ho scritto chiaramente anche nel mio libro che non è stato oggetto di polemiche o di controversie perché attinge con scrupolo assoluto a tutti i documenti esistenti. Si prova senza ombra di dubbio, come del resto aveva anticipato anche Falcone all'indomani dell'attentato all'Addaura, che ad agire furono “corpi deviati dello Stato”.
Una considerazione che rende ancora più amara l'intera vicenda…
E che ancora oggi, a distanza di tanti anni, mi fa arrabbiare davvero. Per questo ho sentito la necessità del libro e quando poi mi hanno proposto lo spettacolo, dopo qualche perplessità, ho scelto di accettare. Nel farlo, ho pensato soprattutto ai giovani, coloro che non hanno vissuto in prima persona quei momenti e che potrebbero averne un ricordo inesatto o forzato.
Sara Cerrato

© RIPRODUZIONE RISERVATA