Toni Servillo dirige e recita Goldoni:
<Il teatro è quotidiana festa dei sensi>

Miglior attore a Roma, domani e giovedì la star in città per <La trilogia della villegiatura>

Lo chiamano, "il camaleonte" per la straordinaria capacità di calarsi nei personaggi, fino a "mimetizzarsi" in essi. Negli ultimi anni non ha fatto che vincere premi prestigiosi nel panorama cinematografico: da tre David di Donatello come Miglior attore tra 2005 e 2009, al recentissimo Marc'Aurelio d'oro, per il ruolo in Una vita tranquilla, diretto da Claudio Cupellini e presentato all'ultimo Festival del Cinema di Roma. E' "il divo", per citare un altro film che lo ha reso celebre, Toni Servillo. Lo potremo applaudire, domani sera e giovedì, alle 20.30, al teatro Sociale di Como, dove arriva in vesti teatrali, da regista e attore. Con la compagnia Teatri Uniti, da lui fondata negli anni '80, e anche oggi sotto la sua direzione artistica, Servillo propone uno spettacolo rodato e celebrato: "La Trilogia della Villeggiatura" di Goldoni.
Servillo, come ha affrontato questo celebre (e triplice) testo goldoniano, che rivela un profondo pessimismo da parte del suo autore?
Abbiamo cercato di andare in profondità, analizzando l'amarezza di un intellettuale che aveva creduto nella forza rinnovatrice della borghesia del suo tempo, colta qui però in uno stato di grave incertezza e di declino morale oltre che economico. Goldoni rappresenta una società ossessivamente ripiegata su una felicità a buon mercato piuttosto che protesa a costruire il futuro.
Una visione senza speranza, quindi?
C'è tristezza ma riequilibrata con i necessari elementi comici già presenti nel testo goldoniano. Ci rifacciamo a quella leggerezza "mozartiana" capace di salutare il tramonto, anche con uno sberleffo.
Nessuna tentazione di attualizzazione?
La mia idea di regia è lontanissima da velleità simili. Non troverete mai nei miei allestimenti personaggi del Settecento che si muovano sulla lambretta, per fare un esempio. Ogni analogia con eventi, stati d'animo, fasi culturali si può evincere solo nella misura in cui un classico sa parlare all'uomo, in ogni epoca.
Toni Servillo è oggi un astro del cinema. Qual è il posto del teatro?
Il teatro, per me, rappresenta il lavoro quotidiano, quell'intimità che offre la possibilità di una continua elaborazione di idee, il gesto "artigiano" che poi traspare anche in altri ambiti.
Il suo maestro di scena?
Eduardo, per la dignità che ha saputo esprimere e conferire a questo mestiere.
Passando al cinema, non si può non parlare dei suoi successi. Che rapporto ha con i premi?
Mi concedono la possibilità di allargare lo spazio della libertà creativa, senza cadere nelle lusinghe e nelle costrizioni del mercato. I premi possono appagare o stimolare a fare di più. Così è per me.
Concorda con chi la definisce un "camaleonte" nel suo modo di porsi davanti alla telecamera o sul palco?
Mi hanno sempre ispirato gli attori che sanno "nascondersi" dietro ai personaggi, mettendosi al loro servizio, senza scopi narcisistici ma per giovare ad una migliore comprensione.
Una comprensione che può diventare anche trasmissione di valori. Crede alla pedagogia dell'arte?
Pedagogia sì ma senza pedanteria. Il teatro è prima di tutto una festa dei sensi.
Sara Cerrato
"La Trilogia della Villeggiatura", Como, teatro Sociale, domani e giovedì, ore 20.30. Biglietti da 27 a 17 euro + prevendita. Info: 031/270170 o www.teatrosocialecomo.it.
http://www.youtube.com/watch?v=H6z2HL8KuXM

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