Luxuria: <Come Mariacàllas
racconto la solitudine degli ultimi>

Vladimir da stasera a giovedì al Cittadella nello spettacolo Persone naturali e strafottenti di Patroni Griffi

LUGANO - Un testo sulla solitudine o come dice Vladimir Luxuria, che ne è interprete con altri, sulla "bastarda solitudine", quella feroce sensazione di abbandono che solo gli ultimi possono conoscere, anche e soprattutto, quando gli "altri", fanno festa. Si parla di Persone naturali e strafottenti, in scena, da oggi a giovedì, alle 20.30, al teatro Cittadella. «Proponiamo un lavoro firmato da Giuseppe Patroni Griffi nel 1974 - racconta Vladimir - che, all'epoca, fu causa di feroci polemiche e che oggi presenta spunti di vera attualità».
Luxuria, che per la sua interpretazione dolente e intensa si è guadagnata le recensioni positive di molti addetti ai lavori, interpreta Mariacallàs, un travestito chiamato così per la sua relazione conn un armatore "alla Onassis". «Mariacallàs si ritrova, nella notte di San Silvestro, a Napoli, con un gruppetto di ultimi come lei, di discriminati che percepiscono con maggiore crudezza, l'esclusione dalla festa. Il mio personaggio e gli altri sentono che i fuochi artificiali sono come il bombardamento di una guerra, un conflitto senza vincitori né vinti. Ci muoviamo sull'orlo di un baratro, come nell'apocalisse, in cui l'augurio tradizionale "Buona fine, miglior principio" è tagliato a metà». In questo testo, intenso e dolcemamaro, vanno in scena diversi tipi di discriminazione. «C'è la discriminazione di classe, rappresentata da Donna Violante - spiega Luxuria - ma anche il pregiudizio razziale verso un giovane afroamericano giunto a Napoli per ricostruire le proprie radici. C'è l'omofobia che colpisce Mariacallàs. L'ultimo personaggio, Fred, è invece un intellettuale borghese che sceglie di cercare gli ultimi, ritenuti più veri e sinceri rispetto alle persone che appartengono al "suo" mondo».
E poi c'è l'altro grande protagonista, Napoli, ventre della terra, palcoscenico e attrice insieme… «Napoli è la grande metafora  - aggiunge Luxuria - è la babele, il labirinto, il bunker di guerra con i suoi bassi, illuminati dai fuochi nella notte di Capodanno. Uno scenario bello e catastrofico insieme». L'occasione dello spettacolo fa tornare il discorso sul tema della lotta per i diritti dei gay. «Io sono ottimista - afferma il popolare transgender - siamo dalla parte giusta della storia e di diritti degli omosessuali si parla oggi molto più che in passato, nonostante le strumentalizzazioni. Anche in Italia arriverà prima o poi una legge sulle unioni civili. E poi sogno tante persone aperte, che siano più degli omofobi e di chi ci rifiuta». Infotel.: 004158/8667280.
Sara Cerrato

© RIPRODUZIONE RISERVATA