Cultura e Spettacoli
Venerdì 19 Novembre 2010
Bisio, il divo dal volto umano
rende omaggio a Gaber
Il grande pubblico televisivo lo ama come presentatore e spalla comica a Zelig Circus. Milioni di spettatori del cinema hanno riso per Benvenuti al Sud. Il 19 novembre i comaschi potranno applaudirlo al teatro Sociale, dove arriva con un omaggio a Giorgio Gaber, "Io quella volta lì avevo 25 anni"
Il grande pubblico televisivo lo ama come insuperabile presentatore e spalla comica a Zelig Circus. Milioni di spettatori del cinema hanno riso a crepapelle nelle ultime settimane, applaudendolo sullo schermo nei panni del direttore delle Poste un po' gaglioffo e pieno di pregiudizi, in Benvenuti al Sud. IL 19 novembre i comaschi potranno applaudirlo al teatro Sociale, dove arriva con un omaggio a Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Ecco il divo dal volto umano, Claudio Bisio. La sala comasca presenta, per il debutto del programma Prose 2, "Io quella volta lì avevo 25 anni" testo inedito di Giorgio Gaber e Sandro Leporini scritto fra il '99 e il 2000. E' un vero evento che piacerà sia ai fan di Bisio ma anche a tutti coloro che hanno amato il cantattore Gaber e che in questi anni, hanno sentito sempre più la sua mancanza come testimone e "commentatore" della realtà contemporanea. Come detto, in particolare, lo spettacolo che vedremo a Como prima che a Milano, è basato su un testo inedito, diretto da Giorgio Gallione. "Io quella volta lì avevo 25 anni" segnò l'epilogo della collaborazione storica Gaber - Luperini e non venne mai rappresentato. A colmare questa "lacuna", in un momento in cui l'attenzione su Gaber è davvero molto alta, ci ha pensato la Fondazione Giorgio Gaber con il Teatro dell'Archivolto, di Genova. Quando il testo dello spettacolo venne scritto, dopo nove anni del cosiddetto "teatro Canzone", i due autori stavano tornando al cosiddetto "Teatro d'Evocazione", con una maggiore attenzione alla ricerca sui sentimenti. Gaber aveva pensato anche ad una edizione radiofonica del suo lavoro che però non venne attuata. Nel rispetto delle indicazioni di Gaber e Luperini, sulla scena si prevede la presenza di un unico personaggio che, ormai maturo, rievoca un passato immaginario, riprendendo passaggi fondamentali di un tempo che va dagli anni '40 del Novecento, fino al 2000, ma come se, ad ogni step, il narratore avesse sempre 25 anni. Si racconta la storia in diversi capitoli: "Bella Ciao" (sugli anni '40), "Garden Manila" (degli anni '50), "Attento al tram" relativo ai Sessanta, "Il filosofo" degli anni '70, "L'amico" per quanto riguarda gli anni '80 e infine "Il creativo" (anni '90). Sullo sfondo, ma sempre protagonista, ovviamente la storiadel nostro Paese, letta da un signor G che tra disincanto e speranza, descrive l'evoluzione del costume e del nostro sentire.
Sara Cerrato
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