Lucilla Giagnoni a Cantù
<In paradiso con Dante>

L'attrice e autrice porterà il suo spettacolo al teatro Fumagalli domani sera

CANTU'- Appuntamento domani al teatro Fumagalli di Cantù dove, alle 21.15, Lucilla Giagnoni, narratrice di rango, con uno dei suoi monologhi più interessanti. Si tratta di Vergine Madre, spettacolo scritto dalla stessa Giagnoni, attingendo alla parola alta e formante della Divina Commedia di Dante. Non è una "lezione", ma una lettura che permette di gustare il ritmo, la forza, la poesia, della parola dantesca.
Signora Giagnoni, come è nata, a suo tempo, l'idea di trarre uno spettacolo dall'opera dell'Alighieri?
Lo spettacolo, che ha già una sua ormai lunga vita, prese forma dopo la tragedia delle Torri gemelle a New York. Mentre osservavo le conseguenze dell'attentato, mi prefiguravo scenari da terza guerra mondiale. Forse poi, non è stato così, anche se in Iraq e in Afganistan, per esempio, la popolazione ha ben compreso di essere nell'inferno della guerra. In quel momento ho pensato che, per superare situazioni così gravi e senza speranza, una delle strade possibili, attraverso l'arte, poteva essere quella di fare ricorso alla parola alta di chi, avendo attraversato, nella finzione letteraria, l'inferno, il purgatorio e finalmente il paradiso, avrebbe potuto elevarci. Dante è una guida, per un'umantià dolente che anela alla bellezza.
Gli spettatori del Fumagalli saranno dei "pellegrini"?
Tutti lo siamo sempre e Dante può essere un'ottima guida, dal basso verso l'alto, per rivedere quelle "stelle" che sono metafora delle cose migliori che l'uomo può vivere.
Il teatro, per lei, resta sempre ricerca?
È il mio obiettivo. Non a caso, da Vergine Madre è nato un altro allestimento, dal titolo Big Bang, con cui punto ad una riflessione tra arte, teologia, scienza.
Sara Cerrato

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