Addio a Monicelli,
re della commedia

Mario Monicelli è morto. Il grande regista si è ucciso lanciandosi ieri sera dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato. Aveva 95 anni. La Procura della capitale ha aperto un fascicolo - come di rito in caso di suicidio - dopo aver compiuto, in nottata, un sopralluogo nel reparto di Urologia, dov'era in cura il cineasta.

Nato il 16 maggio 1915 a Viareggio da una famiglia di origine mantovana, secondo figlio del critico teatrale e giornalista Tomaso, fratello minore di Giorgio, vive nella Viareggio degli anni Trenta, assorbendo appieno l'atmosfera magica ed il fermento culturale della città dell'epoca. Assieme a Alberto Mondadori, amico (oltre che cugino, figlio della zia Andreina Monicelli e dell'editore Arnoldo) e collaboratore, dirige nel 1934 il cortometraggio "Cuore rivelatore", a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, "I ragazzi della via Paal", presentato e premiato alla Mostra di Venezia. Sotto uno pseudonimo, Michele Badiek, dirige nel 1937 il suo primo lungometraggio, insieme ad alcuni amici, "Pioggia d'estate", con Ermete Zacconi ripreso nella sua villa di Viareggio.
L'esordio registico ufficiale avviene in coppia con Steno, con una serie di film che i due registi realizzano su misura per Totò, tra i quali spicca il celebre "Guardie e ladri" (1951). Dal 1953 inizia a lavorare da solo, continuando la feconda attività di sceneggiatore, che lo porta a contatto con molti altri famosi cineasti dell'epoca. Monicelli ha firmato alcuni capolavori del dopoguerra italiano, contribuendo ad uno dei periodi più floridi del cinema del nostro paese, entrando di diritto nella storia. Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani: Alberto Sordi, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Walter Chiari, Elsa Martinelli, Anna Magnani, Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Monica Vitti, Enrico Montesano, Gigi Proietti, Gastone Moschin, Giancarlo Giannini, Philippe Noiret, Giuliano Gemma, Stefania Sandrelli e Gian Maria Volonté.
<+G_CORSIVO>I soliti ignoti <+G_TONDO>del 1958 vanta un cast eccezionale, composto da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, ed è considerato quasi unanimemente il primo vero film del florido filone della commedia all'italiana. L'anno successivo, Monicelli gira quello che molti considerano il suo capolavoro, "La grande guerra", Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar.
La seconda nomination all'Oscar arriva nel 1963 con "I compagni". Nel dittico burlesco "L'armata Brancaleone" (1966) e "Brancaleone alle crociate" (1970), Monicelli inventa un "nuovo" e personalissimo Medioevo.
Tra gli altri film di rilievo vanno menzionati "La ragazza con la pistola", terza nomination all'Oscar (1968), "Romanzo popolare" (1974) e i primi due capitoli della trilogia di "Amici miei" (1975, 1982) - quello conclusivo (1985) verrà infatti diretto da Nanni Loy - ma anche "Un borghese piccolo piccolo" (1977) e "Il marchese del Grillo" (1981) entrambi con grandi interpretazioni di Alberto Sordi, mentre tra gli ultimi spiccano "Speriamo che sia femmina" (1986) e "Parenti serpenti" (1992).Tra gli avvenimenti che avevano segnato di più la sua vita c'era senz'altro il suicidio del padre, noto giornalista e scrittore antifascista, avvenuto nel 1946.Un avvenimento che assume oggi una valenza amara e particolare.

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