Scala, con Wagner risuona
la protesta contro i "tagli"

Prima di dirigere "La Valchiria", il direttore Daniel Barenboim ha letto l'articolo 9 della Costituzione, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per esprimere contrarietà verso la riduzione dei contributi statali al teatro. Mondanità sotto tono, in un clima austero e preoccupato, mentre all'esterno della Scala, prima dello spettacolo, sono stati lanciati lacrimogeni e si sono verificati scontri, tra manifestanti e forze dell'ordine, con alcuni contusi.

«Sono qui a rendere omaggio alla grande tradizione del teatro italiano che la Scala rappresenta». Un caldo applauso ha accolto le parole del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: s'è così rasserenato, almeno un po', il clima di forte tensione che ha accompagnato, la sera del 7 dicembre, all'esterno del Teatro alla Scala, con lacrimogeni, proteste e scontri, la prima della stagione lirica, inaugurata da "La Valkiria" di Wagner. Un evento che, al di là dei minuti di applauso e dalle considerazioni sulla regia "tecnologica", resterà nella storia del teatro come una serata di "resistenza" contro i tagli alla cultura.
Prima di iniziare a dirigere, il maestro Daniel Barenboim, è salito dalla buca dell'orchestra in platea, per leggere l'articolo 9 della Costituzione. S'è soffermato con gravità sul fatto che «la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica». Napolitano lo ha seguito con attenzione, dal palco reale, con accanto la consorte, signora Clio. Più tardi il presidente ha anche incontrato una delegazione dei lavoratori del teatro.
Ad accogliere la prima carica dello Stato, il sindaco di Milano Letizia Moratti - primadonna di eleganza, in un abito lungo di Armani, bordato di seta bianca - e il sovrintendente Stephane Lissner. Subito notata, tra gli ospiti vip, l'assenza del ministro della Cultura Sando Bondi, su cui Lissner ha diplomaticamente glissato («Avrà altro da fare»), a fronte della giustificazione "ufficiale" degli impegni legati al voto per la Finanziaria. Problema non avvertito dal ministro del turismo, la lecchese Michela Vittoria Brambilla, in abito lungo di raso color panna di Dolce & Gabbana, notata più per la scollatura che per la battuta (prevedibile, quanto impopolare) sui tagli alla cultura, liquidati come «inevitabili». Non s'è sottratto ai cronisti nemmeno Paolo Romani, titolare del dicastero dello Sviluppo economico: «Sono qui, non ho nessun problema», ha detto, mentre gli passava accanto il numero uno di Banca Intesa, il comasco Corrado Passera, con la compagna Giovanna Salza. Tra i commenti del foyer, quello dell'amministratore delegato è stato quello più aspro. Passera si è detto «molto preoccupato» per la situazione alla Scala: «se dovessero essere tagliati i giusti aiuti a un teatro che fa la differenza per il paese».
Il clima di crisi s'è fatto notare più che mai nell'eleganza austera delle signore. Tanto nero, quindi, con qualche eccezione sopra le righe, come il look di donna Assunta Almirante, arrivata con l'amica Marta Marzotto. Una nota bionda è giunta da Valeria Marini, soubrette e stilista, che ha tolto la scena alle colleghe Caterina Balivo ed Elena Santarelli. Tra le presenze abituali viste ieri nel foyer l'ex procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli, lo stilista milanese-comasco Lorenzo Riva, l'oncologo ed entusiasta melomane Umberto Veronesi («regia ricca di sfumature»), l'architetto ticinese Mario Botta e il presidente Rai Paolo Galimberti.
Come sempre la prima è un evento mondano, in cui le considerazioni critiche diventano in qualche modo secondarie. Tuttavia, il sovrintendente Lissner, oltre a ribadire ai giornalisti le preoccupazioni per il destino della Scala («Non c'è un altro paese come l'Italia che ha abbassato tanto gli interventi dello Stato alla cultura»), ha voluto esprimere la propria soddisfazione per le scelte di regia e direzione. «Questa Valchiria - ha dichiarato - è uno spettacolo come lo vorrebbe Wagner. Un'opera totale». Diretta da Guy Cassiers, la maratona i oltre cinque ore, ha riportato sul palco della Scala un classico della lirica tedesca.

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