Cultura e Spettacoli / Erba
Lunedì 10 Gennaio 2011
Per Checco il lago
è quello di Alseri
Gli ultimi svarioni che riguardano i set lariani li colleziona Zalone e Aldo, Giovanni e Giacomo che mettono Bizzarone in Ticino
Per dire, un oggetto sorretto con la mano sinistra ricompare, medesima scena, nella mano destra, un personaggio non ha più la cravatta annodata al collo: errori da mettere in conto alla segreteria di edizione che chi si diverte a notomizzare le pellicole non di rado trova, anche in produzioni che non sono di non basso costo. Altri sono invece gli sbagli che sul grande schermo si verificano come altrove: buon ultimo, il refuso che nei titoli di coda di Che bella giornata, il film campione d'incasso, riduce ad "Alseri", senza la o finale, il toponimo di Alserio. L'intento era gratificatorio, s'intende, includendo il Comune brianzolo la lista delle location per una sequenza girata proprio sulle rive del suo lago (quella in cui Checco Zalone nutre le papere con il cous cous preparato dalla coprotagonista ndr). Era il modo per far sapere urbi et orbi dove s'ambientasse, perché effettivamente, salvo per gli stretti conoscitori, lo specchio d'acqua nel film resta innominato. Beninteso, si tratta di situazioni frequenti al cinema: è impossibile individuare la scena del catastrofico ferroviario Cassandra crossing girata alla stazione delle Ferrovie Nord di Grandate e si sa che per un'inquadratura di C'era una volta in America Sergio Leone scelse e travisò Bellagio.
Lo stesso valico di Bizzarone, ne La banda dei babbi natale è a malapena riconoscibile dai frontalieri: sono solo esempi dei numerosi possibili e, s'intende, legittimi nella finzione cinematografica.
Ma per restare al film con il terzetto Aldo, Giovanni e Giacomo, Bizzarone viene nominato, ma come località ticinese: ci si può chiedere se sia una voluta forzatura (il toponimo, si sa, piace ai tre), mentre è proprio un errore il Lario chiamato lago Maggiore in Cattiva del pur competente Carlo Lizzani (l'ambientazione lariana del suo Mussolini: ultimo atto è ineccepibile, anche se i cacciatori di bloopers vi hanno riscontrato un automezzo nelle file fasciste che nella realtà apparteneva al parco veicoli alleato). Ed è un errore quello della voce fuori campo di Una settimana al lago che s'impapera pronunciando Balbianello, attenzione, proprio nella versione doppiata, perché in originale la pronuncia, inflessione a parte, è corretta.
Senza pretese di esaustività, gli inciampi del cinema dalle nostre parti non mancano.
È anche vero che il grande schermo risarcisce di regola citando i luoghi (salvo, appunto, errore) con il caso limite di Grand Hotel, dove il personaggio di Greta Garbo invoca per sempre a più riprese Tremezzo, che nel film non c'è.
Bernardino Marinoni
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